Israele primo Paese al mondo a bandire le pellicce: ma c’è un però!

Israele primo Paese al mondo a bandire le pellicce: ma c’è un però!

Israele è il primo Paese al mondo a bandire il commercio di pellicce: ma c’è un però che non deve essere sottovalutato e descritto per ciò che è. A dare l’annuncio è stata la ministra dell’Ambiente direttamente sul canale personale di Twitter.

Israele Bandito Commercio Pellicce
Pellicce di pecora (Getty Images)

Quanti di noi, anche nel bel mezzo della pandemia, hanno sperato in un cambiamento effettivo? Tante persone lo hanno manifestato anche attraverso i canali social, che tanto sono andati di moda mentre eravamo chiusi in casa. Ma un vero cambiamento da cosa passa? Sicuramente, per come lo conosciamo e vogliamo, anche e soprattutto dal rispetto verso gli animali. I nostri amici a quattro zampe sono una parte integrante della Natura stessa. E devono essere rispettati per ciò che sono: degli esseri viventi a tutti gli effetti. Così arriviamo alla notizia del giorno. Israele è il primo paese al mondo a bandire il commercio di pellicce. Una vittoria fondamentale. Una vittoria che, però, trova una “variante negativa” nel corso del suo cammino, da non sottovalutare assolutamente. Una variante che potrebbe essere oggetto di un lunghissimo dibattito.

Via le pellicce da Israele: ma religione e scienza non si toccano. Animalisti entusiasti a metà

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Gila Gamliel, ministra dell’Ambiente israeliana (Facebook)

Se è vero che il progresso passa per un vero e proprio cambiamento. Molto spesso lo stesso cambiamento necessita di più fasi, in diversi archi temporali. È vero: molte persone hanno un “terzo occhio” molto più sviluppato (perché allenato da sempre)) di altri esseri umani. E dovrebbero essere loro a “governa” le società. Per ora, però, non è così.

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Un preambolo che apre la notizia di oggi. Quella che vede lo Stato di Israele bannare, per sempre, il commercio di pellicce. Una vittoria davvero importante, che verrà messa in atto a partire dai prossimi mesi. Il 2022 sarà l’anno della svolta. Ma fino a che punto? È una vittoria secca o solo a metà?

Nonostante l’annuncio, arrivato grazie al tweet della ministra dell’Ambiente Gila Gamliel, qualcuno ha storto la bocca. Il motivo? Se è vero che il commercio sarà vietato al 100% e quindi non si faranno più soldi sulla pelle degli animali, questo non varrà, almeno per ora, per quanto riguarda il discorso religioso e scientifico.

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Soprattutto sul versante religioso. Il divieto non si applica all’importazione dei cappelli che quasi tutti gli ortodossi indossano, se non quotidianamente, spesso nelle funzioni religiose. I famosi shtreimel, indossati durante lo Shabbat o altre cerimonie ebraiche. Molti hanno storto il naso. Il rispetto verso gli animali dovrebbe andare oltre tutto e tutti, anche perché, per molti, l’unico vero dio, è la Natura stessa. E gli animali sono parte di essa.

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