Gli animalisti hanno protestato contro la proposta di “mettere alla prova” l’allevatore di Irgoli che nell’aprile del 2014 aveva volontariamente trascinato un cane legandolo al gancio dell’auto, fino ad ucciderlo, per punirlo in quanto infastidiva il suo gregge.
Purtroppo, il giudice del Tribunale di Nuoro, Daniela Russo, nell’udienza del processo a carico dell’allevatore ha concesso a Giuseppe Piredda, “l’istituto della messa alla prova per 10 mesi ai servizi comunali”.
Ovvero, l’uomo per il reato di uccisione di animale sconterà la pena con la manutenzione del “verde pubblico” in tutto il territorio del comune di Loculi.
La prossima udienza è stata fissata al 17 ottobre del 2017 in modo che il giudice possa valutare il comportamento dell’allevatore nel periodo di prova e in caso estinguere il reato.
Gli animalisti hanno aspramente criticato la decisione del giudice. La stessa Enpa che si era costituita parte civile in difesa del cane aveva chiesto un risarcimento economico, respinto in quanto l’uomo sarebbe nullatenente.
“Un individuo che ha compiuto un gesto simile non può passarla liscia. La decisione è incomprensibile. Un segnale pessimo quest’uomo ha volontariamente legato il suo cane all’auto. Non c’è altro da dire”, ha commentato Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa.
Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari in un comunicato ha commentato che “disapproviamo la decisione del Tribunale di Nuoro, che ha accettato il nuovo programma di messa alla prova presentato dal difensore dell’allevatore che nell’aprile del 2014, assieme al figlio minore, venne sorpreso dai Carabinieri mentre trascinava un cane legato al gancio traino della sua auto per diversi chilometri. Tale istituto, che estingue il reato stesso, non può trovare applicazione in casi di violenza, peraltro così efferata, in danno agli animali” sottolineando che “l’allevatore dovrà prestare, per soli 10 giorni, lavori di pubblica utilità presso il Comune di Loculi”.
“Ci aspettavamo che il Tribunale volesse dare un segnale forte contro i reati in danno agli animali, anche in considerazione dell’aggravante che la violenza fu perpetrata alla presenza di un minore della cui educazione l’uomo era ed è responsabile, ma così non è avvenuto. Chiediamo quindi al PM di impugnare l’Ordinanza”, ha aggiunto la Innocenti.
Una decisione che indigna migliaia di persone e associazioni animaliste, considerando la gravità del fatto. Se questo è l’esempio, in un paese in cui la crudeltà di animali è all’ordine del giorno, ci chiediamo come i volontari possono continuare a difendere le creature indifese se anche le istituzioni e la giustizia non garantiscono condanne eque ai crimini perpetrati.
Amore, il cane ucciso ad Irgoli era diventato un simbolo della lotta degli animalisti ed era stato anche costituito un gruppo sui social per chiedere giustizia e seguire il caso.
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