Una vera e propria invasione quella dei calabroni asiatici: dallo stato di Washington ormai sono arrivati anche qui da noi (e sono pericolosissimi).
Già da qualche mese circola la voce minacciosa di una specie killer di calabroni che starebbe sterminando le api, mozzando loro la testa, ma pericolosa anche per l’uomo. Lo scorso novembre, nello stato di Washington era stato lanciato l’allarme: la Vespa Mandarinia, o calabrone asiatico, era ormai arrivata in Occidente.
L’enorme insetto sembra un’ape gigantesca: i colori del corpo, giallo che si alterna al marrone scuro, ricordano infatti quello dell’insetto. Ma a quanto pare questi enormi insetti sono arrivati anche in Italia: sono stati avvistati in una palazzina nel quartiere Parioli di Roma e nei Quartieri Spagnoli di Napoli.
E’ probabile che l’arrivo di questi pericolosissimi insetti sia stato favorito dal cambiamento del clima. Predilige zone molto popolose, tanto da aver invaso i centri urbani. Si muovono in colonie e il culmine della loro presenza dovrebbe essere proprio il principio della stagione autunnale.
E’ probabile che sia stato proprio l’essere umano ad aver ‘importato’ questa specie di insetti dall’Asia nel nostro continente: la ripresa massiccia degli scambi commerciali, dopo lo stop dovuto alla Pandemia da Covid 19, ha sicuramente dato la possibilità a questi enormi calabroni asiatici di arrivare nei nostri territori grazie agli scambi commerciali.
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Con il suo lunghissimo pungiglione e potenti mascelle, questo calabrone asiatico di circa 5 cm di lunghezza (ma anche 8 cm nell’esemplare regina) ha distrutto alveari e ucciso api, con grossi rischi non solo per l’apicoltura ma anche per l’uomo.
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Se in Giappone si contano circa 50 vittime all’anno, in Cina ne sono state calcolate poco meno. I danni possono essere non solo forte prurito e dolore, ma anche reazioni allergiche e danni permanenti a fegato e cuore.
Biologi americani sono già al lavoro per costruire trappole efficaci, per evitare che la specie asiatica possa diventare endemica e prendere possesso dei nostri territori, come pare stia già accadendo.
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Antonio D’Agostino
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