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Intervista al Dott. Diego Manca: quando l’amore per gli animali diventa un libro-VIDEO

L’intervista al dott. Diego Manca, veterinario e scrittore: la passione per gli animali raccolta in una serie di libri utili e interessanti.

Quando l’amore per gli animali incontra quello per la scrittura possono nascere dei bellissimi libri non solo per bambini, ma molto utili anche per gli adulti. Il veterinario Diego Manca ci porterà nel suo mondo di racconti, storie autobiografiche e degli animali che ha ospitato nel suo ambulatorio a Omegna. Grazie ai consigli dell’esperto il mondo degli animali non sarà più un problema e allo stesso tempo anche noi riusciremo a capire i pensieri dei nostri amati animali domestici e quello che provano: un percorso che ci porterà ad amarli ancora di più.

Intervista al Dott. Diego Manca: le parole del veterinario-scrittore

Francesca: Ciao a tutti, mi chiamo Francesca Ciardiello e sono una giornalista di ‘Amore a quattro zampe’, una testata giornalistica online che offre notizie, spunti, curiosità, consigli e tanto altro ancora sul mondo degli animali. Oggi siamo in compagnia del dott. Diego Manca, medico veterinario e scrittore, nonché socio fondatore dell’ambulatorio veterinario ‘Lago d’Orta’ a Omegna. Buongiorno dottore! 

Dott. Manca: Buongiorno! 

Francesca: Dottore, solitamente fin da piccoli si hanno dei sogni nel cassetto. Se i suoi erano quelli di dedicarsi alla cura degli animali e alla scrittura, direi che sono stati realizzati entrambi, giusto?  

Dott. Manca: Beh direi di sì sono molto soddisfatto, molto contento e direi che sono una persona fortunata.  

Francesca: Avrà sicuramente anche delle capacità… 

Dott. Manca: Mi sono impegnato, ecco.  

Francesca: Come sono nate queste passioni? E’ stata prima la passione per la scrittura a nascere, l’amore per gli animali oppure le due passioni hanno sempre camminato, diciamo, di pari passo? 

Dott. Manca: Diciamo che è nata prima la passione per gli animali. La scelta di diventare veterinario è stata abbastanza tardiva: io ho scelto a 17 anni di diventare veterinario. Complice è stata l’amicizia con il mio compagno di banco al liceo, Massimo, che invece sin da bambino aveva proprio voglia di fare il veterinario. Lui abitava in campagna, io invece in condominio e quindi andavo spesso a studiare da lui. Aveva un sacco di animali, galline, conigli, gatti, cani: questo mondo rurale mi ha in qualche modo affascinato, conquistato, e quindi poi abbiamo studiato insieme e ci siamo laureati insieme in veterinaria. 

Francesca: Grazie Massimo, allora! E’ un’amicizia che dura ancora adesso? 

Dott. Manca: Sì assolutamente. Lui ha una grossa clinica in un’altra regione. Sì, siamo ancora molto amici. E invece la passione per la scrittura il complice è stato mio figlio, perché quando ero piccolino e lo mettevamo a nanna, a dormire, lui desiderava che io gli raccontassi delle favole ma voleva che le inventassi io. Dovevano essere inedite e poi ogni sera pretendeva che le ricominciassi dallo stesso identico punto dove le avevo terminate la sera prima. E quindi, sera dopo sera, sono nate queste storie, che poi ho scritto e mi hanno pubblicato. Da lì non ho più smesso. 

Francesca: Ma che bello! E a proposito di pubblicazioni, iniziamo dalla sua ultima opera ‘Trilli. Riflessioni di una gatta in degenza’, la storia vera di una gattina che è rimasta nel suo ambulatorio per diverso tempo- Ma che cos’è che ha reso speciale questa storia, perché immagino non fosse la prima gattina in degenza nel suo ambulatorio. Cosa che aveva di speciale rispetto alle altre con le quali si confronta quotidianamente?  

Dott. Manca: Questa è la copertina (la mostra). ‘Trilli’ è la storia di questa micia che è rimasta ricoverata per diverse settimane in sala degenza in ambulatorio, perché ha subito un brutto incidente. Il libro raccoglie proprio le ipotetiche riflessioni che la mente di un gatto ha potuto elaborare ed è proprio la visione del mondo da parte di un essere vivente, che nel suo misterioso modo di osservare, la realtà ci regala però lezioni di vita e perle di saggezza. E io ho cercato in qualche modo di calarmi nella mente del gatto, perché Trilli mi sembrava veramente, a differenza di tanti gatti che ho ospitato in degenza, una micia molto, molto, molto espressiva. Cioè sembrava proprio che lei osservasse, decifrasse, in qualche modo, gli animali che transitavano per periodi più o meno lunghi in degenza. Quindi ci sono queste profonde riflessioni che lei fa sui vari animali ricoverati. Intanto svelerà che cane e gatto comunicano tra di loro, come se un italiano conversasse con uno spagnolo: quindi il senso della frase si capisce, lo si intuisce. Quindi si può conversare ed ecco che iniziano queste sue riflessioni: per esempio viene ricoverata, com’è stato realmente, una cane da caccia che non riusciva a partorire e quindi abbiamo dovuto fare un cesareo. Nasce questa chiacchierata tra loro e parlano appunto della caccia e i risvolti della caccia, i pro e contro, da parte di due animali come un cane un gatto. 

Francesca: Due punti di vista molto diversi… 

Dott. MancaE’ molto profonda come riflessione.  Ad esempio in degenza c’è stata una gatta randagia, che è stata catturata in una gabbia a scatto e anche qui una profonda riflessione sul lavoro che fanno le gattare, sulle sterilizzazioni. Poi verrà ricoverato un cane abbandonato in autostrada e anche qui un grande tema profondo dell’abbandono, la differenza di essere abbandonato di un cane, che è proprio un animale che ha bisogno dell’uomo. Si dice: ‘Solo come un cane’ perché ha bisogno della nostra presenza; un gatto invece è molto più indipendente, in qualche modo riesce quasi sempre a cavarsela, ecco. Arriverà un gatto che ha avuto dei problemi comportamentali, perché nella famiglia umana dove viveva è arrivato poi un bambino e i proprietari l’hanno messo da parte. Quindi prima lo stra-coccolavano poi è arrivato questo bambino, lui è stato messo da parte e quindi ha avuto dei problemi di aggressività eccetera. Quindi c’è questa grande riflessione sul rapporto uomo-animali-bambini ma poi tanti altri. Per esempio dov’è il mio ambulatorio di fronte c’è un grande parcheggio, e tempo fa è arrivato un circo e mi hanno portato una micia che faceva dei numeri in questo circo insieme ad altri gatti e si era rotta due costole e quindi anche qui c’è stata una grande riflessione sugli animali nei circhi. La cosa che mi piace molto di questo libro è che tutto è ambientato in una sala degenza di un ambulatorio veterinario che, come ho scritto nella prefazione: ‘C’è più vita nella sala degenza del laboratorio veterinario che sulla 5th Avenue di New York’. E tutto gravita intorno a questa sala degenza e Trilli è proprio la protagonista. E’ un libro che ci lascia veramente riflettere e meditare… 

Francesca: Anche perché tratta di fenomeni molto diffusi purtroppo ancora, come l’abbandono dei cani e anche l’utilizzo degli animali nei circhi, quindi è anche piuttosto attuale, tristemente attuale. 

Dott. Manca: Ci sono anche altre riflessioni: è arrivato anche un gatto da esposizione, quindi anche lì tutto ciò che gravita intorno alle esposizioni, i i significati, i pro e contro. Ce ne sono tante di riflessioni che possono veramente lasciarci stupefatti di come un gatto possa pensare a riflettere su queste tematiche insomma. 

Francesca: E secondo accade, succede, nella mente del gatto ci sono riflessioni di questo genere. Invece ora passiamo ad un altro animale domestico anche molto diffuso, il cane. Ne ‘La salute del cane in 4 e 4: 8? E ? La salute del gatto in 4e 4:8’ Lei si rivolge direttamente ai padroni di cani e gatti, si rivolge a loro dando consigli su come affrontare le esigenze quotidiane, le necessità più comuni, potremmo dire, dei nostri animali domestici. E’ un percorso però in volumi che segue un itinerario ben preciso. Come mai ha deciso di strutturare il percorso in questo modo? 

Dott. Manca: Intanto lo spunto di scrivere questi due libri non svogliono presentarsi come una mini-enciclopedia del cane o un trattato di medicina veterinaria in miniatura. Non è così. Lo spunto me lo hanno proprio dato inconsapevolmente i miei clienti perché spesso mi chiedevano: ‘’Ma è vero che il gatto ha un super potere che è l’udito? Che ha una capacità uditiva di 100.000 Hertz e noi ce l’abbiamo di circa 20.000? E’ vero che il cane ha un olfatto anche un milione di volte più sviluppato di noi? Come digeriscono?’’. Tutte queste domande mi hanno acceso un campanellino che ci vorrebbe qualcosa di molto semplice per spiegare queste tematiche, queste domande. E quindi i libri sono suddivisi la prima parte nei 5 sensi, spiegato molto bene e in maniera molto diretta e semplice come funzionano. E poi vari consigli: non so, la pulizia degli occhi, delle orecchie nel cane, nel gatto e le varie patologie che sono più comuni e in quali razze. Quindi anche questo è stato molto interessante. Poi tutto questo secondo blocco invece parla dei vari apparati: respiratorio, gastroenterico, del sistema nervoso, muscolo-scheletrico e quello locomotore. Tutte queste cose spiegate in maniera semplicissima e poi anche lì ci sono tutti i consigli per le varie patologie che interessano questi apparati e le razza maggiormente colpite. 

Francesca: Quindi diretti ai non esperti? 

Dott. Manca: Esatto. Un primo anno in pillole: da quando nasce, il primo anno di vita quindi con cambio dei denti che sono tutte cose molto interessanti. Insomma è un libro a 360 ° sul cane e sul gatto, che ha avuto un buon riscontro. 

Francesca: Bene. Nel testo ‘Altro che animali’ invece Lei diceva di aver voluto dare giustizia a tutti quegli animali che per l’uomo sono stati fondamentali, ma che sono stati in un certo senso bistrattati nel corso della storia. Da dove è nata questa idea di rivincita di questi animali? 

Dott. Manca: Più che altro dalla consapevolezza che la nostra specie è arrivata a questo livello di progresso grazie agli animali. Cioè se noi pensassimo ad un mondo senza animali non saremmo arrivati a ciò che abbiamo adesso. Ci saremmo arrivati nel 2200 e non nel 2020.  L’uomo ha imparato dagli animali tutto e questo rapporto con l’animale c’è fin dalla notte dei tempi. Possiamo pensare all’uomo primitivo che ha imparato dal lupo a cacciare. Il lupo è un animale da branco e noi abbiamo imparato proprio da lui a cacciare e a difenderci alla fine. C’è stata tutta questa evoluzione: da lupo è diventato cane. da ominide diventato Homo Sapiens e quindi ci siamo presi per mano e per zampa con il lupo e con il cane per arrivare a capire tante cose. Ma poi per esempio gli elefanti: ecco Annibale senza gli elefanti non avrebbe potuto fare le imprese che ha fatto. Il cavallo: non ci sarebbe stato l’impero romano e tante altre società eccetera. Gli stessi piccioni che non sono, anche se non è così, importanti: già ai tempi di Giulio Cesare li utilizzavano per trasmettere dei messaggi importanti durante le battaglie. Fino ad arrivare ai cani eroi dell’11 settembre… quindi è un libro che mi sembrava doveroso scrivere proprio per lasciare loro come primi attori e non come comparse. Ripeto: l’uomo senza gli animali sarebbe un mondo noioso, senza amore, io non farei questo bellissimo lavoro. E’ un libro diciamo che mi hai dato molte soddisfazioni. L’ho scritto insieme a Roberto Allegri, che è un grande giornalista e scrittore.  

Francesca: Anche le copertine sono molto simpatiche. Spesso lo diamo per scontato forse che gli animali sono importanti non solo per la compagnia che ci danno, ma proprio nella storia dell’uomo. Passiamo al testo ‘Storie da leccarsi i baffi’ che, sebbene il titolo possa trarre in inganno, non si tratta di un libro di cucina. Vuole raccontarci invece di cosa tratta?  

Dott. Manca: Pubblicato da Castelvecchi Editore, nel 2017, anche questo ha avuto un buon riscontro ed è un libro che ha come protagonisti solamente i gatti: 15 storie anche queste accadute realmente durante la mia professione, con loro appunto come protagonisti. Ci sono tante storie, in particolare per esempio quella della micia Trippy. Una storia particolare di una ventina di anni fa, perché è di una micina che è stata adottata da una coppia di vegetariani, in un paesino di montagna. Però parlare di ‘vegetariano o vegano’ 20 anni fa, non è come parlarne oggi. In questo paese di montagna questi ragazzi venivano visti un po’ come extra-terrestri e praticamente la micina venne adottata da questi ragazzi e non usciva di casa, era terrorizzata, viveva in questa casetta di montagna con loro anche se aveva a disposizione prati, boschi eccetera. Insomma questa micia piano piano cresce e i primi tre- quattro mesi sta molto bene, poi a 7-8 mesi non va in calore, dimagrisce, deperisce. Quindi loro mi chiamarono e io andai a visitare questa micia a domicilio e mi resi conto che mi sembrava una micia molto più giovane e più piccolina rispetto alla sua età. Aveva anche un soffio cardiaco quindi alla auscultazione, cioè una delle valvole cardiache non tiene, quando il cuore va in sistole cioè si contrae. C’era qualcosa che non andava in questa gatta quindi decisi di portarla in ambulatorio quindi i vari esami: escludi leucemie, insufficienza, emocromo, biochimica, un sacco di indagini per capire per capire un po’ cosa c’era che non andasse. Con lastre al torace mi resi conto che aveva un cuore molto più grosso rispetto alla sua mole quindi ovviamente ci sono tutte diagnosi differenziali. Il gatto non parla e noi dipendiamo proprio dai proprietari: se un veterinario professionista fa delle domande mirate ai proprietari riesce a capire, a fare un ragionamento logico. Morale: alla fine questa micia aveva una miocardiopatia dilatativa, dovuta al fatto che i proprietari di questa micia la nutrivano come loro, cioè senza carne, con le proteine della soia, dei legumi. Il gatto è un animale carnivoro puro, ha bisogno di carne. Nella carne c’è la taurina, che è un aminoacido essenziale e il gatto non la sintetizza. Quindi avendo questa carenza di taurina il cuore andava incontro a questa cardiomiopatia dilatativa e alla lunga avrebbe potuto avere anche problemi alla retina, quindi cecità, distacchi e queste cose qua. Fortunatamente questa patologia, nella stragrande maggioranza dei casi è reversibile, quindi ridando un’alimentazione giusta, corretta al gatto cioè la carne, la micia si è ripresa molto bene. Questo episodio ci fa meditare sul fatto che gli animali non sono dei bambini in miniatura, cioè dobbiamo rispettare assolutamente la loro natura, il loro modo di essere. Non possiamo ribaltarlo a nostro piacimento perché spesso, anche diciamo in buona fede, però si fanno dei grossolani e brutti e pericolosissimi errori. Lo stesso per certi farmaci: ‘’Ho dato l’aspirina al gatto’’. L’aspirina il gatto la tollera malissimo, o anche altri farmaci come il paracetamolo eccetera. Ripeto: non sono dei degli esseri umani in miniatura, sono animali, esseri viventi certo ma che hanno delle esigenze e dei metabolismi diversi rispetto a noi. E quindi questa storia è emblematica perché può farci capire che bisogna sempre consigliarsi con degli esperti, quando si parla di animali ma anche di tantissime altre cose. 

Francesca: Anche questo è un argomento molto attuale: le diete vegane e vegetariane inserite nell’alimentazione di cani e gatti, che possono creare problemi. La sua bibliografia, dottore, attualmente conta 8 volumi giusto?  

Dott. Manca: Sono una dozzina. 

Francesca: Me ne sono perso qualcuno. Ce n’è uno a cui si sente particolarmente legato o tutti? 

Dott. Manca: Forse il mio primo vero libro, che si intitolava ‘Benedetti animali!’. E’ stato pubblicato nel 2010 da armeni Editore e poi è stato ripubblicato da Castelvecchi Editore qualche anno dopo. Mi ha dato molte soddisfazioni, mi ha emozionato molto. Il titolo. ‘Benedetti Animali!’ è nato dalla espressione schietta e liberatoria di un’anziana signora che è venuta in studio a ritirare il suo beniamino, anche lui attempato, che aveva superato un rischioso intervento e una rischiosa anestesia. Quindi questo ‘Benedetti animali!’ mi ha dato il La per dare il titolo a questo libro. Contiene 19 storie di cani e di gatti realmente accaduti durante la mia professione. Ce ne sono tanti: quello che mi viene in mente è un capitolo che si intitola ‘Tex’, che è la storia di questo cane, ambientata in montagna. Erano dei vacanzieri che sono andati a passare l’estate a Campello Monti, che è un paesino della Valle Strona, della mia zona che a raggiungerlo da Omegna ci vuole quasi un’ora di macchina. E loro erano stati accompagnati dal figlio, non avevano la macchina e il loro cane era stato morsicato da una vipera. Ovviamente loro non potevano portarlo giù, non avevano la macchina, e io sono andato su a vedere questo cane. E questo cane era messo molto molto male. Era stato morsicato al labbro, quindi molto vascolarizzato: il veleno è andato in circolo e si è gonfiata la testa in una maniera incredibile. Aveva una brutta sintomatologia: aveva del sangue nelle urine. A quel tempo si poteva usare ancora il siero anti-vipera, io ne avevo ancora una dose però pareva che il cane non reagisse, tanto che il giorno dopo sono ritornato su ed era in stato semi-comatoso, non aveva riflessi il secondo giorno. Il terzo giorno mi hanno telefonato dicendo che il cane era uguale, quindi ho detto: ‘Guardate a questo punto dobbiamo accompagnarlo. Non si può accanirsi insomma. Gli ho telefonato presto, stavo andando su da loro per addormentarlo, povero Tex, ma c’è stata una chiamata di un cane investito e quindi ho dovuto dare la precedenza a questo cane, perché Tex aveva già il suo destino e questo cane invece poteva essere salvato. E quindi ho dovuto dare la mia priorità a questo cane e mi ha occupato praticamente tutta la mattina. Nel pomeriggio stavo telefonando per dire ‘Adesso vengo su’ e loro mi hanno preceduto con una telefonata dicendo che Tex si era ripreso, si era tirato in piedi, aveva reagito e allora sono andato a vederlo nella tarda serata, e il cane ce l’ha fatta quindi anche questo episodio è stato incredibile perché se non ci fosse stata quella urgenza, di quel cane investito, io avrei l’eutanasia a Tex. Invece è così, cioè è il senso della vita, la sua voglia di vivere, sono treni che uno può prendere o perdere. Gli animali dipendono da noi, che decidiamo della nostra vita. 

Francesca: Dottore immagino che la sua penna non si fermi qui e continuerà a scrivere senza lasciare però tralasciare il lavoro in ambulatorio, immagino. Andranno sempre di pari passo le due cose. Cosa ci può anticipare? Se c’è qualche progetto in vista… 

Dott. Manca: Gli animali mi danno sempre degli spunti quotidianamente quindi di materiale ce n’è e diciamo qualcosa in stato molto, molto embrionale c’è e penso che col tempo potrà concretizzarsi in un progetto editoriale. Ci vuole ancora tempo però c’è già qualcosina, un’idea.  

Francesca: Beh immagino che tutti questi racconti abbiano incuriosito anche i nostri lettori, i lettori di ‘Amore a quattro zampe’. Vogliamo dire loro dove è possibile acquistarli?  

Dott. Manca: Castelvecchi Editore è una casa editrice che ha una diffusione capillare nelle varie librerie d’Italia. C’è anche online su Amazon, IBS, Hoepli, Mondadori Store, Il Libraccio lo si trova assolutamente. Poi lo sapranno quando lo visitano. Questa è la copertina di ‘Trilli’ (la mostra).

Francesca: Ricordiamo il titolo: ’Trilli. Riflessioni di una gatta in degenza’. Bene, dottore, grazie mille della sua compagnia. Noi abbiamo finito, grazie di essere stato con noi. 

Dott. Manca: A voi. E’ stato un piacere, grazie. 

Francesca Ciardiello

Francesca Ciardiello

Laureata in Lettere moderne e in Forme e tecniche dello spettacolo, fin da piccola sono sempre stata affascinata dal mondo animale. In casa mia non sono mai mancati pesci rossi, tartarughe canarini e uccelli di ogni specie. Dal mese di Aprile 2022 sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Avere la possibilità di scrivere per Amoreaquattrozampe è ogni giorno un’avventura meravigliosa.

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Francesca Ciardiello

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