Insegnante in pensione aiuta i bambini insieme al suo cane

Un gesto di amore quello dell’insegnante in pensione che aiuta i bambini a leggere. L’aiutante è speciale: il suo cane Duke!

Chi ha sofferto tanto nella propria vita ma ha ricevuto una seconda possibilità, non smetterà mai di donarsi agli altri. E’ il caso della insegnante in pensione che, a causa del Covid ha rischiato di morire per bene due volte. Ora però è grata alla vita e ha deciso di mettersi al servizio dei più piccoli insieme al suo bellissimo cane Duke. I due sembrano essere di particolare aiuto ai piccoli che iniziano a muovere i primi passi nel mondo della lettura. Il progetto della docente è davvero lodevole e la direttrice scolastica lo ha accolto con entusiasmo riuscendo a constatare come i suoi frutti siano tangibili. Proprio per questo, l’insegnante sta già volgendo lo sguardo al futuro e vorrebbe che il suo amico a quattro zampe aiutasse anche le persone ricoverate negli stessi reparti dove a lei hanno salvato la vita. La storia è commovente!

Insegnante in pensione aiuta i bambini: il cane li mette a loro agio

Si chiama Carolyn Coster l’insegnante in pensione originaria di Bedford, in Inghilterra, che ha voluto dare un nuovo senso alla sua esistenza. Dopo aver contratto il Covid a marzo del 2020 ed aver perso mani e piedi, la donna non si è data per vinta ma ha deciso di ritornare tra i banchi insieme al suo cane aiutando i bambini ad imparare a leggere.

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La preside Margaret della Meppershall Academy ha raccontato come i bambini si divertano e stiano facendo passi da gigante insieme a Carolyn. Spesso i più piccoli provano vergogna nel leggere davanti agli altri ma il compagno a quattro zampe riesce a metterli a loro agio ed a farli sentire a casa.

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Duke è un cagnolone di 7 anni che non è mai stato inserito in una Pets Therapy anche se sembra davvero bravo nell’offrire il suo contributo agli altri. La sua mamma umana vorrebbe infatti portarlo nei luoghi dove ha rischiato la vita, cercando di aiutare chi sta male e soprattutto spronando i malati a pensare che una seconda possibilità esiste per tutti, anche senza piedi e senza mani. 

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M.F.G