L’infermiere è stremato dai turni Covid: il gatto randagio lo coccola

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By Davide

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C’è sempre un momento per tornare a sorridere e a commuoversi, anche durante la pandemia da Covid: soprattutto se a consolare un infermiere è un gatto randagio.

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Un gatto in braccio a un infermiere durante una pausa dal reparto nel mezzo della pandemia da Covid (Fonte Twitter)

Spesso ce lo ripetiamo, ma poche volte lo mettiamo in pratica: c’è sempre un motivo per tornare a sorridere, anche in un periodo maledettamente difficile come quello che rappresenta la pandemia da Covid-19. Un momento storico che sta, letteralmente, levando le energie a buona parte del Pianeta e dell’essere umano stesso.

Come detto poc’anzi, però, c’è sempre un motivo per tornare a sorridere. Spesso il sorriso, o la commozione (a seconda dei casi), dipende anche da alcuni gesti che arrivano dall’esterno e che coinvolgono i nostri amici a quattro zampe. Loro coinvolti in prima persona. Loro che sono gli artefici del nostro sorriso ritrovato anche in momenti del tutto orribili o delicati come quello del Covid.

Gli animali sanno, con un semplice gesto, come farci tornare il sorriso sulle labbra. Anche solo per un momento, ma poco importa. Basta un momento per dimenticare un anno davvero duro. Com’è successo a un infermiere, che dopo dei turni estenuanti in ospedale a lottare contro questo brutto mostro, si è ritrovato qualcuno tra le gambe che ha pensato bene di consolarlo, ma soprattutto di coccolarlo in modo del tutto commovente.

Il Covid mette allo stremo delle forze l’infermiere: il gatto interviene a suo modo

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Il gatto ripreso da vicino in braccio all’infermiere (Fonte Twitter)

Basta un gesto, un’occhiata, un cenno, oppure un movimento che contempli amore e affetto che noi tutti ci sciogliamo di fronte a tale gesto. È la natura umana, che molto spesso dimentichiamo, ma è anche quella animale che, a differenza di prima, ci fa capire veramente quali sono gli aspetti più importanti della vita.

Com’è successo in Egitto, a un infermiere di nome Ahmed Flaty, che da giorni, venti consecutivi per l’esattezza, lavora 12 ore al giorno per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia e che non versa in grandi condizioni. Ahmed è uno dei tanti ragazzi che la mattina o la notte entra in reparto e “tira dritto” in corsia, per combattere contro il mostro e per accudire le persone in seria difficoltà.

Poche sere, in una delle poche pause del turno, era fuori l’ospedale, poggiato su un muretto a parlare con un suo amico e collega. Tutto d’un tratto si è presentato un gatto di color arancione. I due si sono fissati negli occhi e il micio è salito immediatamente sulle sue gambe, per accoccolarsi su di esso una ventina di minuti. Fusa e calore, come se il gatto avesse un messaggio per Ahmed.

In Egitto, per via di persone fuori controllo, i cani e gatti randagi sono trattati malissimo. Per questo gli animali che vivono in strada diffidano dall’essere umano, se non quando sono in cerca di cibo. Proprio per questo motivo, lo stesso infermiere non si capacitava di tale gesto. Poi, infine, ha commentato con queste parole: “Ha dormito su di me per 15-20 minuti, come se ci conoscessimo da una vita. Poi è sceso ed è andato via come se nulla fosse. È il gesto più bello che mi poteva capitare in questo anno così terribile”.

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