Lo stato natale del premier indiano Narandra Gandhi inasprisce la legge contro la macellazione della mucca. E’ quanto emerge dalla decisione del parlamento del Gujarat che, lo scorso 31 marzo ha introdotto una nuova norma con la quale chi uccide una mucca può essere condannato all’ergastolo. All’indomani della decisione del Gujarat, anche il governatore dello Stato indiano del Chhattisgarh, Raman Singh, ha rilanciato il tema arrivando addirittura a minacciare di condannare alla pena capitale chi ammazza una mucca.
Lo stesso governatore dell’Uttar Pradesh, Yogi Adityanath, è dello stesso parere di Singh e ha minacciato di “impiccare chi osa uccidere una mucca”. Il governo locale ha lanciato una campagna contro l’industria della carne di bovino, impedendo anche ai ristoranti di procurarsene. Per molti si tratta di un chiaro attacco alla comunità musulmana. Infatti, secondo gli osservatori, queste nuove norme annunciate da alcuni stati si rivelano essere un giro di vite per le minoranze musulmane e cristiane nel nordovest dell’India: su 29 stati indiani, solo otto stati autorizzano l’abbattimento dei bovini.
+”La mucca non è un animale. E’ il simbolo della vita universale. Il governo non risparmierà le persone che toccheranno una mucca”, ha dichiarato Pradipsinh Jadeja, ministro della Giustizia dello Stato del Gujarat.
Ma nel Gujarat, dove sono proibiti sia la macellazione di mucche, bufali, tori, giovenchi e vitelli e il possesso della loro carne è inoltre vietato il trasporto e il trasferimento del bestiame verso stati dove è possibile macellarli. Fino ad oggi, l’uccisione di una mucca prevedeva fino a sette anni di carcere e una multa di 700 euro. Il Gujarat ha inasprito la legge arrivando alla condanna all’ergastolo e ad una sanzione di 1500 euro.
Per molti osservatori si tratta di un’azione politica del Centro destra, a distanza di poco tempo dalle elezioni che si dovrebbero svolgere in alcuni stati Induisti.