Un’inchiesta condotta dall’associazione francese L214, in collaborazione con Compassion in World Farming e la Fondation Brigitte Bardot, svela ancora una volta gli orrori perpetrati nei macelli turchi e libanese, dove approda il bestiame esportato dalla Francia, ma sicuramente anche da altri paesi europei. Con questa nuova inchiesta le associazioni tornano a chiedere all’Unione Europea di bloccare i trasporti di animali vivi che superano le otto ore di viaggio per fermare le esportazioni in paesi extra europei dove il benessere degli animali non viene tutelato.
Una questione di dignità e di rispetto della vita dell’animale che porterebbe ad una società più etica che antepone la vita alla speculazione o al guadagno economico. Un limite alle barbarie si rivela necessario alla luce delle diverse inchieste condotte anche in passato con la denuncia della Animal Welfare Foundation, nel settembre del 2016.
Scenari davvero raccapriccianti, immagini che non vorremmo mai vedere che tradiscono il volto più disumano degli individui.
Nella nuova inchiesta, supportata da un video denuncia, le associazioni in una nota congiunta sottolineano che “le immagini sono state girate nei macelli turchi e libanesi dove sono emersi bovini con dei numeri identificativi riconducibili a degli allevamenti in Francia. Una messa a morte cruente alla quale sono sottoposti migliaia di esemplari esportati dall’Unione Europea ogni anno, ammassati e stipati sulle nave cargo e che approdano estenuati al macello dopo giorni di viaggio”.
Quello che inorridisce è il trattamento finale, al termine di un viaggio durante il quale gli animali sono stremati, stressati e terrorizzati: “In un macello libanese un giovane vitello è stato legato ancora vivo ad una trave con la testa verso il basso mentre un operaio per tenerlo fermo infilava un dito nel suo occhio. Il povero animale è stato poi sgozzato, perdendo la coscienza per dissanguamento, un metodo di macellazione alla quale sono sottoposti tutti gli animali”. Una pratica simile alla macellazione cacher, la Shecḥitah per cui viene tagliata la trachea, l’esofago, l’arteria carotide comune e la vena giugulare e nervo vago in un gesto netto con una lama specifica. L’operazione provocherebbe un calo immediato della pressione sanguigna al cervello e la perdita di coscienza, rendendo l’animale insensibile durante il dissanguamento.
Di certo si tratta di un sistema che va contro alle norme europee e la pratica viene condannata dalle stesse associazioni che hanno lanciato una lettera aperta in vista delle elezioni presidenziali. Immaginare che questi esemplari debbano soffrire così tanto lascia sicuramente una sensazione amara e di sconforto. Continuare a nascondere questo sistema e a non volerlo vedere “perché lede la sensibilità” è perpetrare l’orrore.
Firma la petizione su Change.org: Stop aux longs transports d’animaux
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