Inchiesta di Peta sulla produzione del Cashmere
L’organizzazione internazionale Peta ha condotto un’inchiesta attraverso la Cina e la Mongolia, ripercorrendo la filiera della produzione del cashmere, per denunciare le condizioni di maltrattamento e le torture subite dalle capre per la produzione di questo tipo di lana morbida e pregiata che in realtà cela violenza e crudeltà di ogni tipo.
La videoinchiesta di Peta mostra gli orrori della produzione. Capre alle quali vengono strappati i peli con pettini metallici, terrorizzate e sottoposto all’agonia. Maltrattamenti all’ordine del giorno, ricorrenti nel settore degli allevamenti, dove al profitto è consentita qualsiasi licenza anche di calpestare la dignità e il rispetto per la vita.
Dopo la seduta, le capre ferite non vengono trattare. Non ricevano cure veterinarie.
Esemplari sfruttati e maltrattati tutta la vita per poi essere scartati come carne da macello dove nella maggior parte dei casi si verificano casi di crudeltà inaudita come operai che prendono a martellate sulla testa le capre, prima di sgozzarle e lasciarle agonizzare sul pavimento, pieno di sangue, davanti agli occhi di altri esemplari in attesa di ricevere lo stesso trattamento.
Una catena di violenza che si ripete ogni giorno e che viola qualsiasi standard di benessere animale.
In base alle stime, ogni capra produce 150 gr di cashmere. Quindi, per realizzare un capo di abbigliamento sono necessarie ben 6 capre.
Cina e Mongolia, rappresentano il 90% della produzione mondiale del cashmere.
L’inchiesta di Peta ha sollevato sdegno. La catena di moda prêt-à-porter H&M ha infatti annunciato di ritirare entro il 2020 la produzione con il cashmere proveniente da Cina e Mongolia.
“Peta ci ha informato sui problemi relativi al benessere animale nella produzione del cashmere e siamo concordi sul fatto che dobbiamo rimediare”, ha riferito un portavoce i H&M, sottolineando che l’azienda è molto sensibile a tematiche riguardanti l’ambiente e il benessere degli animali, puntando a migliorare la trasparenza della filiera produttiva.
L’allevamento di capre per il cashmere ha infatti provocato un disastro ecologico. In Mongolia, gli allevamenti di capre rappresentano il 60% del settore agricolo contribuendo alla desertificazione del territorio. Lo stesso in Cina dove vaste praterie sono state trasformate in territori desolati e di sabbia con tempeste di sabbia che arriverebbero fino all’America del Nord.
“Se l’industria del cashmere in futuro intende rispondere ai nostri criteri ambientali e in materia di benessere animale, potremmo ridiscutere”, conclude H&M.
Ecco la video inchiesta +++Immagini forti+++
C.D.
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