La detenzione del cane a catena, considerato un vero e proprio maltrattamento ai danni degli animali, varia in base alle Regioni e ordinanze comunali. Ovvero, non si tratta di una norma inserita in una legge statale specifica.
Tuttavia, negli ultimi anni, Regioni e Comuni hanno stabilito delle norme al riguardo, nel senso della tutela del benessere dell’animale, arrivando fino a multe salatissime, che variano di Regione a Regione o Comuni. Regolamenti che sono stati tracciati e che s’ispirano ad un documento che ha ottenuto il sostegno dell’ANCI Nazionale e della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente con il quale è stato messo a disposizione dei Comuni un modello- tipo, modificabile da ciascun Ente a seconda delle proprie necessità al fine di disciplinare la materia in merito alle linee principali sulla convivenza uomo – animale, tra le quali vi è anche la detenzione di cani e gatti secondo standard minimi, come ad esempio il divieto assoluto di usare la catena, il libero accesso nei luoghi pubblici o aperti al pubblico e sui mezzi di trasporto, con guinzaglio e museruola l’accesso alle case di riposo ecc.
Tra i vari Comuni che si stanno interessando ad adeguare il loro regolamento per il benessere animale, arriva anche la decisione del Comune di Lecce che ha promulgato un’ordinanza per cui i cittadini che terranno i loro animali legati a catena nei giardini e cortili, rischieranno una multa che spazia dai 200 ai 500 euro.
“Nel prendere questa decisione abbiamo pensato soprattutto a quei cittadini che tengono gli animali legati a lungo. Avere un cane è bello ma ognuno a casa propria deve fare in modo di metterlo in sicurezza e allo stesso tempo renderlo libero. Non voglio fare alcuna lotta ma rispettare la sensibilità di tutti. È chiaro che fuori casa bisognerà invece avere il guinzaglio”, ha dichiarato Andrea Guido, assessore alle Politiche ambientali del Comune di Lecce, promotore dell’ordinanza.
“La catena provoca gravi danni fisici e psichici e rappresenta un vero maltrattamento. Questa ordinanza è una svolta storica in Puglia, e di questo ne sono orgoglioso. Per ora solo alcuni comuni e regioni del nord avevano preso in considerazione l’argomento, mentre nel Mezzogiorno solo le amministrazioni regionali di Calabria e Basilicata avevano legiferato circa la lunghezza minima della catena da utilizzarsi. A Lecce, invece, siamo ben andati oltre”, ha spiegato l’assessore.
Nel nuovo regolamento viene specificato che nel caso in cui il proprietario deve legare il proprio cane temporaneamente, sarà obbligato a garantire all’animale uno spazio di movimento di almeno 30 metri quadrati.
Inoltre, la lunghezza minima deve essere di 6 metri e la catena dovrà essere collegata ad un cavo aereo della lunghezza minima di mt. 5, esteso ad una altezza di 2 metri da terra, in modo da consentire al cane di muoversi.
L’assessore sostiene che si tratta di un buon regolamento che”farà passare la voglia a chiunque di perpetrare questa pratica incivile. Perché legare un cane alla catena equivale a privarlo della sua vita”.
Guido ha tenuto a ricordare come “spesso si vedono cani di grossa taglia, con lo sguardo triste, perennemente legati ad una catena di ferro, sempre troppo corta per le loro esigenze. Come pensate si possa sentire un essere vivente sensibile come il cane impossibilitato a muoversi se non in un piccolo spazio vitale?”.