Imperia, strage nella locale colonia felina: “Opera di un serial killer”

Imperia, strage nella locale colonia felina: “Opera di un serial killer”

polpette-avvelenate

Gravissimo episodio accaduto a Camporosso, in val Nervia. Nel comune ligure in provincia di Imperia una colonia felina composta da sette gatti è stata sterminata, e le cause sono da attribuire ad un avvelenamento di massa. Tra l’altro non è neanche la prima volta che in zona accade un fatto del genere, con altri tre mici uccisi in passato.

Davide Gibelli, sindaco di Camporosso, ha deciso di affiggere numerosi cartelli su tutto il territorio sottoposto alla sua giurisdizione, invitando alla collaborazione i cittadini in conoscenza di dati utili ai fini di rintracciare il colpevole di questo odioso crimine. “Si tratta solamente dell’ultimo caso: già nei mesi scorsi era accaduto qualcosa di simile, ma stavolta i gatti ammazzati sono tanti. Non tollereremo più episodi del genere. Dei sospetti su chi possa aver commesso una tale scempiaggine ci sono, ma contiamo anche e soprattutto sulla piena collaborazione dei cittadini per ricevere elementi utili nelle indagini”.

“E’ possibile informarci anche in forma anonima. La cosa che più mi sconcerta e mi lascia allibito – conclude il sindaco – è che i gatti uccisi non erano randagi e non davano fastidio a nessuno. Non erano malati e non molestavano le persone. Qui c’è un maniaco dietro a tutto questo, o comunque qualcuno che non ama gli animali”.

Episodi di uccisioni di gatti si sono già verificati quest’anno in tutta Italia. A Padova, durante lo scorso mese di settembre, l’associazione “Centopercentoanimalisti”, famosa per i suoi gesti di protesta eclatanti, ha dichiarato guerra all’assassino seriale che ha devastato la colonia felina di Legnaro. Poche settimane dopo, ad ottobre, un anziano era stato invece colto sul fatto mentre stava somministrando del cibo avvelenato a numerosi gatti che stazionavano attorno a casa sua. L’uomo avrebbe sulla coscienza l’uccisione di decine di felini, ed alle forze dell’ordine aveva affermato di essere finito preda dell’esasperazione per la presenza degli animali nella sua proprietà.

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