Il potere dell’olfatto del cane, un senso molto sviluppato che riesce ad individuare anche le più gravi patologie. Un aspetto sorprendente
Uno studio interessante sta valutando l’opportunità di insegnare ai cani ad individuare il virus, dunque le persone positive senza necessità di effettuare il tampone. Ciò è possibile grazie alla presenza di 300 milioni di recettori olfattivi che gli consentono di riconoscere le malattie a priori. L’efficacia di tale opportunità oltre a tale aspetto è legata anche al fatto che i quattro zampe sono in grado di individuare la malaria, il cancro e il Parkinson ed essendo già addestrati per farlo, non avranno difficoltà neanche con il coronavirus.
La ricerca proviene dal Medical Detection Dogs ed è nata in collaborazione con la Durham University e la the London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM) e si focalizza sul fatto che i cani possono essere in grado di riconoscere l’odore del virus.
“Abbiamo la certezza che i cani possano esserci d’aiuto, essendo capaci di individuare il Covid-19” ha affermato la dottoressa Claire Guest del Medical Detection Dogs. E il professore Steve Lindsay della Durham University aggiunge: “In questo modo, aiuterebbe a prevenire il ritorno dell’epidemia in seguito al ritorno della situazione sotto controllo.” Al riguardo l’associazione precisa che ogni malattia ha un odore unico a sé, affermando che i quattro zampe sono abili nel riconoscerlo già a sei settimane per mezzo del loro olfatto.
I cani inoltre, potrebbero essere utili anche in luoghi come gli aeroporti. L’addestramento si basa sull’individuazione dei campioni virali della malattia insegnandoli come segnalarne l’eventuale presenza nell’uomo.
Un compito davvero importante che i nostri amici a quattro zampe mettono a disposizione degli esseri umani, ponendosi come supporto morale per la gestione dell’emergenza che stiamo affrontando. Non a caso infatti, l’olfatto del cane è un aspetto molto potente della sua personalità, essendo in grado di ricavare un grande numero di informazioni attraverso semplici attività quotidiane che spesso diamo per scontate. Quando passeggiamo o nel momento in cui torniamo a casa, il nostro caro quattro zampe si prende del tempo per annusarci e identificare tutte le informazioni di cui ha bisogno.
I suoi ricettori olfattivi sebbene siano in grado di variare di razza in razza, sono di gran lunga superiori a quelli dell’uomo, avendo un’estensione che misura dai 18 ai 150 cm quadrati, al contrario dell’uomo che va dai 2,5 ai 4 cm quadrati. Il peloso riesce anche ad individuare odori vecchi di ben sei settimane, scorgendo anche quelli che provengono dal terreno risalendo nell’aria. Tra di essi, si distinguono i labrador e i segugi utilizzati per la caccia di selvaggina da terra che, mediante grandi inspirazioni, avvertono un’intensità maggiore rispetto alle altre razze, riuscendo a scoprire anche le particelle odorose pesanti (odore degli indumenti o dei calzari). Tali cani infatti, sono i cosiddetti “cani molecolari” quelli che mediante un accurato addestramento annusano l’oggetto della persona, memorizzano il tipo di molecola per poi cercarla nell’ambiente. Tale episodio avviene anche se quella determinata persona è passata in un preciso luogo molti giorni prima.
Per tutta questa serie di motivi, i cani si classificano come i migliori cacciatori di varie malattie, in primis, i tumori seguiti dal raro morbo di Addison, la narcolessia e il calo di zucchero nei diabetici.
Insomma, averli è una vera fortuna!
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Benedicta Felice
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