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Il paradosso della gestione del canile Muratella a Roma

“Sono loro che vanno denunciati, sti mafiosi di m…“. Si è acceso il clima della protesta dei lavoratori del Canile municipale La Muratella a Roma che hanno presidiato lo scorso 13 dicembre, in piazza del Campidoglio, per chiedere un incontro con il Sindaco Raggi o un rappresentante della giunta che si occupa della tutela e del benessere animali.

Quello che resta del canile La Muratella

Dal mese di maggio, i dipendenti della Avcpp, l’associazione che gestiva il canile sono stati licenziati in tronco e nonostante tutto, in regime di autogestione continuano ad occuparsi del canile, anche se oltre a non aver percepito lo stipendio in questi mesi, dovrebbero ricevere degli arretrati dal Comune. Una situazione paradossale considerando che il canile, grazie all’impegno degli ex dipendenti che non hanno abbandonato i 600 cani e gli ottanta gatti ospitati, continua ad essere operativo con donazioni di privati cittadini e raccolte fondi dei lavoratori.

Il paradosso consiste nel fatto che lo stesso Comune, che non ha più destinato dei contributi alla struttura, si avvale del canile dove ogni giorno approdano una media di 15 cani e dove opera la Asl e un pronto soccorso anche per i felini delle colonie.

In totale, sottolinea Emanuela Baffari del settore amministrativo, per alimentare i cani ospitati nel canile, sono necessari 1500 euro ogni dieci giorni, escludendo le medicine e tutti gli altri fondi relativi alle emergenze e agli imprevisti. L’attività è andata avanti grazie alle donazioni dei cittadini che portano al canile del cibo, coperte e tutto il necessario anche per la cancelleria e con raccolte fondi organizzate dagli ex dipendenti.

Le assegnazioni e i bandi

Tutto è cominciato quando la precedente giunta aveva indetto un bando per assegnare la gestione dei quattro canili comunali, tra i quali due sono stati chiusi e i cani furono mandati in strutture private, convenzionate, con tanto di proteste dei volontari che si erano dedicati anima e corpo agli esemplari, molti dei quali anziani. La Muratella venne assegnato ad una società di Bari, Mapir che sollevò lo scandalo in quanto gestiva degli stabulari per animali da laboratorio per l’Università di Bari.

Dopo qualche mese, durante l’estate a riflettori spenti, con il bando europeo promosso dal Commissario Tronca venne nominata una nuova associazione, l’Agro Aversano di Caserta, che ad oggi non si è mai presentata per assumere l’incarico, ne’ tanto meno l’assegnazione pare essere regolare. Mentre il canile dell’ex cinodromo è stato dato in accordo all’associazione L’Impronta, in attesa dell’esito del bando di affidamento della gestione. Tuttavia, viene ricordato che il nuovo bando non rispecchia quello che sono le esigenze reali dei due canili, prevedendo 20 operatori, 8 educatori e 4 addetti all’amministrazione, un numero insufficiente per gestire la situazione.

8 mesi di autogestione senza contributi

In tutto questo periodo, il canile ha continuato la sua attività complessa con il personale qualificato partendo dal settore amministrativo, alla segreteria, il servizio adozioni, fino a quello specifico composto da veterinari, addestratori e personale addetto alla pulizia e manutenzione. In totale, si tratta di ben 70 dipendenti, solo a Muratella e di altri 30 addetti dell’ex cinodromo che in 8 mesi non hanno percepito lo stipendio e hanno continuato ad occuparsi dei cani, facendo risparmiare alle autorità circa un milione di euro.

L’esasperazione è tanta, visto che i lavoratori sono stati lasciati a loro stessi e ricevano minacce ogni giorno di sfratto e sgombero senza un minimo di riconoscimento. Recentemente, il Comune ha avviato una serie d’incontri con associazioni del settore per valutare un affidamento temporaneo per la gestione di Muratella in attesa di un nuovo bando regolare, senza interpellare i dipendenti. Un affare che fa gola a molti, anche se, sottolineano gli ex lavoratori, alle condizioni economiche del bando, che ha ridotto da 350 a 70mila euro al mese il contributo, è difficile pensare che sarà tutelato in questi termini, il benessere agli animali e preservato un servizio che fino ad oggi ha sempre funzionato. Infatti, la Baffari ha tenuto a ricordare che grazie al lavoro effettuato dai dipendenti del canile, come emerge dagli aggiornamenti sulla pagina facebook IO ME NE OCCUPO di media sono dati in adozione circa 200 cani al mese, mentre sono stati mantenuti tutti i servizi, come quello veterinario, di pronto soccorso per i gatti, di amministrazione, segreteria per le adozioni e che rischiano di essere tagliati con la nuova gestione.

Cosa è accaduto durante l’incontro in Campidoglio, clicca successiva

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