Dal mondo della moda arriva lo stop da parte di Max Mara alla crudeltà sugli animali: il brand dice finalmente addio alle pellicce e diventa fur free.
Le iniziative della LAV (acronimo indicante la Lega Anti Vivisezione), un’associazione animalista italiana fondata nel 1977 per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente, sono numerose e sempre rivolte alla protezione dei diritti degli animali e alla repressione dei crimini e della crudeltà contro questi esseri viventi. L’ultima iniziativa particolarmente significativa ha portato la casa di moda italiana Max Mara ad accettare di non vendere più pellicce di animale. Si tratta, come ha ben evidenziato la LAV, di un importante risultato per la difesa dei diritti animali, frutto di un costante impegno da parte delle associazioni animaliste di tutto il mondo.
A diffondere la notizia è stata la stessa Organizzazione no-profit sul proprio profilo Facebook LAV (all’account social @LAV). Nel post condiviso, La Lega Anti Vivisezione annuncia la decisione presa da Max Mara di dismettere le produzioni in pelliccia animale.
Come si legge nel post condiviso su Facebook, la «fantastica notizia per gli animali è stata raggiunta grazie a tutti coloro che si sono attivati per sollecitare il gigante italiano della moda ad adottare una politica senza pellicce hanno avuto un ruolo in questa vittoria. La campagna globale di LAV con Fur Free Alliance, ha visto più di 270.000 e-mail, migliaia di telefonate, innumerevoli post sui social media e persino una mongolfiera sorvolare la sede di Max Mara. Attivisti di tutto il mondo si sono riuniti per chiedere a Max Mara di fare la cosa giusta e alla fine l’azienda non ha più potuto restare indifferente».
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Max Mara Fashion Group, azienda fondata nel 1951 da Achille Maramotti a Reggio Emilia e oggi una delle case di moda più conosciute al mondo, ha così finalmente detto addio alle pellicce animali. L’impegno degli attivisti della coalizione Fur Free Alliance ha dato i suoi frutti. La campagna globale #FurFreeMaxMara, organizzata con la coalizione Fur Free Alliance, ha visto la collaborazione attiva della LAV e di Humane Society International, protagonisti di un clamoroso blitz in mongolfiera presso la sede centrale del Gruppo a Reggio Emilia lo scorso febbraio.
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Max Mara ha dichiarato in una nota che «L’azienda non vende, online né in nessuno dei suoi punti vendita fisici, alcun prodotto realizzato con pelliccia, né vi è l’intenzione di introdurre alcun prodotto realizzato con pelliccia nelle prossime collezioni dei marchi di Max Mara Fashion Group». Nei suoi 2.500 negozi in 105 Paesi, il gruppo vendeva tra gli articoli in pelliccia guanti di visone, polsini di pelliccia di volpe e un portachiavi con pelliccia di procione. Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance che riunisce cinquanta organizzazioni per la protezione degli animali, ha ricordato come Max Mara sia stato uno degli «ultimi marchi di moda globali a vendere ancora pellicce; quindi, siamo lieti che ora si siano uniti a un elenco crescente di marchi “fur-free” che non vogliono avere nulla a che fare con la crudeltà sugli animali associata al commercio di pellicce». Si può sperare che la produzione di pellicce di animali possa diventare presto solo un lontano brutto ricordo. (di Elisabetta Guglielmi)
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