Il legame tra cane e uomo, solido anche nella morte. L’unione è confermata dagli studiosi che hanno condotto ricerche specifiche
Il tema della morte è un argomento, come si può ben capire, molto delicato che manifesta indignazione, insomma qualcosa di cui non è conveniente parlare. Disagio, paura o gesti scaramantici sono le emozioni e le attività più frequenti quando in una discussione viene fuori questo argomento. Tuttavia, l’espressione cambia, nel momento in cui, si parla di animali domestici legati con l’uomo anche nella morte. Un fenomeno che dimostra quanto gli animali possano aiutarci nella comprensione di questo aspetto della vita, davvero colmo di interrogativi.
Il legame tra cane e uomo, forte anche nella morte
Animali e umani, quando cessano di esistere si uniscono nel medesimo destino, aspetto che pone l’uomo ad una riflessione fondamentale ossia che non è l’unico dominatore della terra. Questo fatto si configura come una certezza assoluta, in quanto, gli animali hanno popolato il pianeta, dal passato, proprio come noi.
Al riguardo, sono varie le ricerche condotte sulla reazione del quattro zampe alla notizia della morte del proprio padrone. Il cane avverte la mancanza del suo amico umano, a partire dai piccoli dettagli, tipici della vita quotidiana. La mancanza è così forte da ripetere in continuazione le attività mancanti, nella speranza di diminuire il dolore.
In tal modo, l’animale cerca di trovare il momento giusto nel quale l’amico umano tornerà, proprio come viene descritto all’interno di libri di poesia, narrativa, oppure opere cinematografiche. Da tutte queste opere, sempre in reazione alle analisi condotte dagli esperti, si nota la grande sofferenza dell’amico a quattro zampe. L’animale è in grado di avvertire la sofferenza, di piangere l’assenza del suo amico.
Il legame tra cane e uomo, quando la mancanza è difficile da superare
Il medesimo caso si verifica nella vicenda inversa, ossia la perdita dell’animale da parte dell’umano. L’animale che muore, lascia nell’uomo un vuoto esistenziale enorme. Ciò avviene poiché in tal caso, l’intero organismo cessa di funzionare, permettendo alla soggettività, al “chi” viene a mancare, di subire una vera e propria metamorfosi.
L’importanza di questo studio, dovrebbe indurci a riflettere sulla considerazione che meritano la semplicità dei gesti svolti tra l’uomo e l’animale.
In tal modo, la vita risulterà eterna, e l’individualismo sarà sostituito con la concezione dell’intera vita nella sua completezza.
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Benedicta Felice
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