Nel quartiere di Albaro a Genova un cucciolo di gabbiano è rimasto orfano. Il piccolo volatile è stato notato da una signora che ha allertato le autorità competenti, le quali hanno replicato dalla Asl di non essere preposte a questo tipo di soccorso. Così è stato per un gabbiano impigliato in una rete, per cui la Asl emise una condanna a morte: “lasciatelo morire”.
Per questo tipo di interventi è solo possibile assistere l’animale nel luogo di rinvenimento. E così, trovandosi dinanzi a quel cucciolo di esemplare nel giardino di casa, la proprietaria ha solo potuto cercare di aiutarlo a sopravvivere, fornendogli una prima assistenza, in quando specie selvatiche che non possono essere adottate. Fatto sta, come riporta il Secolo XIX, il piccolo gabbiano con il passare dei giorni è sopravvissuto, ambientandosi e adesso sta già facendo i suoi primi voli.
Ma l’elemento che ha conquistato i media è che stia crescendo nel bel mezzo di una colonia di gatti. Soprannominato “Pullin” dalla proprietaria di casa, il gabbiano pare aver stretto amicizia con i felini. Un evento veramente anomalo per cui i gatti lo hanno accettato, senza vederlo come una preda o un pericolo. Una vicenda che testimonia del fatto che non vi è violenza tra gli animali se non c’è necessità di sopravvivenza, sottolinea il quotidiano. Come negarlo?
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