I gatti possono guarire dalla FIP, ma il farmaco che può farlo non si può avere in Italia: ecco le motivazioni.
Ogni anno, la peritonite infettiva felina (FIP) colpisce migliaia di gatti, spesso con un esito fatale. Per lungo tempo, questa patologia è stata considerata incurabile, ma negli ultimi anni un farmaco sviluppato in Cina ha dimostrato di poter salvare molte vite.

Ma in Italia non è ancora legalmente disponibile per uso veterinario, costringendo proprietari e volontari a procurarselo tramite canali non ufficiali. La storia di Rama, Pulce, Opel e molti altri gatti racconta la lotta contro questa malattia e il coraggio di chi ha deciso di tentare ogni possibile via per salvarli.
La storia di Rama: dalla condanna alla guarigione
Un anno fa, la piccola Rama era stata riportata in gattile dalla sua famiglia adottiva. La diagnosi era devastante: FIP umida, una delle forme più aggressive della malattia. Sembrava non esserci speranza, ma una volontaria decise di non arrendersi.

Riuscì a procurarsi il farmaco sperimentale e iniziò il trattamento con iniezioni quotidiane, gestendo febbre, sbalzi di peso e momenti di grande incertezza. Dopo settimane di cure e sacrifici, Rama riuscì a superare la malattia. Oggi è un gatto sano, vivace e giocherellone, testimoniando che la FIP può essere sconfitta.
Pulce: il miracolo in un gattile
Anche Pulce sembrava destinata a non farcela. Il respiro affannoso e il versamento polmonare segnalavano una condizione ormai grave. Nel gattile di Sant’Ilario d’Enza, i volontari si sono mobilitati per lei, raccogliendo fondi e somministrando la terapia giorno dopo giorno. Dopo settimane di cure, la piccola Pulce è riuscita a vincere la battaglia contro la FIP. Ora, aspetta solo una famiglia che le doni l’amore che merita.
Ambra e Scintilla: due battaglie vinte
Anche la piccola Ambra di Varese, a soli cinque mesi, aveva ricevuto una diagnosi infausta: FIP secca. La sua famiglia, però, ha scelto di tentare il tutto per tutto, seguendo un protocollo terapeutico di 84 giorni. Tra notti insonni e momenti di paura, la piccola è riuscita a superare la malattia. Oggi, a nove mesi, può finalmente godersi una vita serena.
A Bari, invece, la gatta Scintilla ha affrontato un percorso ancora più duro: due mesi di iniezioni dolorose, seguiti da un altro mese di terapia con compresse. I suoi umani non hanno mai smesso di sperare e di combattere al suo fianco, affrontando con determinazione ogni difficoltà. Alla fine, la loro perseveranza è stata premiata, e Scintilla è finalmente libera dalla malattia.
Opel: la storia che ha dato speranza a tanti gatti
Opel è stato uno dei primi gatti a ricevere la cura sperimentale in Italia. Salvato nel 2020 dai vigili del fuoco e accolto dal gattile Oasi Felina di Pianoro, sembrava aver trovato finalmente una casa. Poco dopo l’adozione, però, la terribile diagnosi di FIP ha interrotto la sua nuova vita. Dimagrito, con il pelo arruffato e senza appetito, stava rapidamente peggiorando.
I volontari dell’Oasi, venuti a conoscenza del farmaco sperimentale, hanno deciso di tentare il tutto per tutto. Acquistando il medicinale dall’estero a costi elevati, hanno seguito scrupolosamente il protocollo terapeutico: un’iniezione al giorno per 84 giorni, con un prezzo che sfiorava i 3.300 euro. Grazie alle donazioni e al supporto della comunità, non solo Opel è guarito, ma la sua storia ha dato il via ad una campagna di sensibilizzazione che ha permesso di salvare molti altri gatti.
Il farmaco ancora non autorizzato in Italia: un appello anche dai veterinari
Nonostante le evidenze scientifiche e le migliaia di guarigioni documentate in tutto il mondo, il farmaco che ha salvato questi gatti non è ancora legalmente disponibile in Italia. Molti proprietari si vedono quindi costretti ad acquistarlo attraverso canali non ufficiali, affrontando costi elevati e il rischio di truffe.
I veterinari italiani stanno chiedendo a gran voce che il Gs venga reso disponibile per l’uso veterinario ufficiale. Le storie di Rama, Ambra, Scintilla, Pulce e Opel dimostrano che la FIP non è più una condanna a morte. Ora, la battaglia si sposta sul piano normativo, affinché tutti i gatti malati possano avere una possibilità di guarigione senza dover ricorrere al mercato nero.