Il cucciolo di tigre, l’immagine della speranza che non smette di lottare.Lo hanno chiamato Covid-19 per lanciare un messaggio di positività
La tigre è un animale, purtroppo, a rischio estinzione ma per fortuna c’è speranza di sopravvivenza. E’ di qualche giorno fa la notizia della nascita di un cucciolo nello zoo di Cordoba Veracruz, in Messico. L’avvenimento ha regalato stupore e meraviglia poiché nessuno si aspettava un avvenimento del genere. Il cucciolo è simbolo di buon auspicio, di rinascita, ed è per tale motivo che i proprietari della struttura hanno deciso di affidargli un nome che in questo periodo, si sente spesso: Covid-19. La scelta del nome però, del tutto singolare, è legata ad un fine ben preciso. Scopriamo di cosa si tratta.
Il cucciolo di tigre dal nome particolare
Il nome del cucciolo, al contrario di quello che si potrebbe pensare, è legato ad un obiettivo positivo: incoraggiare tutti a contrastare il pericoloso virus che sta mettendo ko il mondo intero. Il motivo? Vuole essere un sinonimo di speranza nei confronti dell’emergenza che sta sconvolgendo l’intero pianeta. Il nome rappresenta un segno di incoraggiamento ad uscire da questo brutto periodo, spronando gli altri a tornare ad essere più forti di prima.
Nonostante ciò, tale scelta ha creato opinioni contrastanti sul web, in quanto molte persone non hanno apprezzato il nome che gli è stato affidato. Le foto del cucciolo diffuse sui social hanno fatto il giro del mondo.
La nascita è avvenuta il 14 marzo e si classifica come un esemplare di tigre del Bengala. Quest’ultima è la più comune sottospecie esistente, ritenuta seconda, in termini di dimensioni dopo la tigre siberiana. Il genere citato è dotato di precise caratteristiche che la contraddistinguono dagli altri.
Tigre del Bengala, l’elenco delle principali caratteristiche
Dal punto di vista comportamentale è un animale prevalentemente solitario che ama cacciare soprattutto nelle ore notturne. La sua predisposizione all’isolamento, non gli permette di dividere il territorio con altri animali, spingendolo a segnare il territorio con l’urina la quale a causa di un odore sgradevole scoraggia l’intrusione altrui nel proprio ambiente. L’altro metodo utilizzato concerne il gesto di lacerare la corteccia dell’albero tramite gli artigli.
Incontrarla dunque, è molto complicato non solo di notte ma anche di giorno. Durante queste ore infatti, riesce a mimetizzarsi in una pianta che è in grado di raggiungere un’altezza di ben 10 metri ed è tipica del suo ambiente di vita. Il suo habitat è vario includendo le praterie, le foreste pluviali tropicali e subtropicali, le foreste umide, la macchia a cespugli e molti altri. Nonostante sia una specie protetta la loro presenza è seriamente messa a rischio.
La minaccia principale del felino è rappresentata dai bracconieri i quali hanno contribuito ad estendere il pericolo e la preoccupazione. Nelle regioni del Rajasthan e del Pakistan è scomparsa e ne restano soltanto 2000 allo stato brado.
Speriamo che il cucciolo Covid possa far rifiorire la speranza della vittoria sulla malattia e sull’aumento della specie. In bocca al lupo, dolce tigrotto!
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Benedicta Felice