Paura per trentuno ibis eremita che migrano dalla Germania all’Italia guidati dall’uomo. A Merano, lo stormo ha subito infatti l’attacco di un’aquila. Preoccupazione anche per le loro guide, Anna e Corinna, costrette all’atterraggio di emergenza. Successivamente la migrazione è ripresa, ma le tappe della rotta verso sud andranno riviste. Al progetto di migrazione, chiamato Waldrappteam, partecipa il Parco Natura Viva di Bussolengo.
Gli ibis eremita, che si erano estinti a partire dal XVII secolo, hanno perso la memoria della rotta migratoria. Per tale ragione, il progetto da ormai quattro anni li “accompagna”. Partiti dal Lago di Costanza, in Germania, verso le temperature miti della Toscana, gli ibis eremita erano guidati da Anna e Corinna a bordo di ultraleggeri. A un certo punto, ecco spuntare l’aquila.
Si legge in una nota dell’associazione: “Un’aquila li ha attaccati a 1.700 metri di quota, provocando momenti di disorientamento nella formazione di volo. A nulla è valso il tentativo di ridurre l’altitudine per evitare il rapace”. Così “lo stormo ha optato per un atterraggio di emergenza a Meltina, 28 km a sud di Merano. Manovra perfettamente riuscita, tutti gli ibis eremita stanno bene e sono in attesa di riprendere la rotta di svernamento”.
A quel punto, sulle montagne intorno a Bolzano è stato improvvisato un campo e sono state ridefinite le rotte. Saltano le tappe di Cavalese e Belluno, si riparte oggi in direzione Thiene e da lì la valle del Delta del Po, fino all’Oasi di Orbetello.
La rapacità delle aquile è molto nota: qualche tempo fa, vi abbiamo parlato dell’aggressione a un piccolo bichon di 12 anni, avvenuta in Canada. Secondo le indiscrezioni trapelate dai media, i proprietari dell’animale erano in casa quando nella tarda serata quando ad un tratto hanno sentito un grido stridente assordante provenire dal giardino.
“Mi sono girata e in una frazione di secondo ho visto dalla porta finestra il nostro cane che si lamentava e qualcosa sopra di lui”, racconta la donna proprietaria dell’animale, uscita di corsa in pigiama per strappare il cane dalle unghie di quell’animale.
La proprietaria del cane di nome Sansone, si è precipitata all’esterno senza sapere a che specie appartenesse quell’animale, pensando ad una lince perché, sottolinea la stessa donna, “un’aquila con le ali aperte è enorme”.
Dopo aver sferzato diversi pugni, l’aquila continuava a tenere la sua presa e a beccarla, in modo feroce: “Voleva divorarlo”, aggiunge la donna. Solo quando il marito è sopraggiunto, armato di pala, sentendo le urla della moglie e sferrando alcuni colpi, l’aquila alla fine ha mollato la presa.
GM
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