Un articolo interessante pubblicato nei siti francesi ricorda quello che sono stati gli esperimenti dei nazisti sui cani, quelli mirati a creare una razza di cane superdotata. Secondo quanto viene evidenziato, gli obiettivi dei ricercatori erano di migliorare la comunicazione tra uomo e cane in modo che gli esemplari si rivelassero più utili sul fronte della Seconda guerra mondiale ma anche al fianco degli ufficiali nazisti nei campi di concentramento.
All’epoca della seconda guerra mondiale furono reclutati migliaia di cani in tutta la Germani in funzione alle loro capacità superiori e venne creata una scuola Tier-Sprechsdule ASRA ad Hannover dove erano addestrati i cani, fondata nel 1930 da Margarethe Schmidt nella Villa Viola.
Ci sarebbero alcune leggende al riguardo di quanto accadeva all’interno del centro di addestramento ad alcuni cani sarebbe stato addirittura a pronunciare delle parole. Ad esempio, pare che un cane al quale era stato chiesto chi era Adolf Hitler, avrebbe risposto pronunciando la parole “Mein Fürher”. Altri cani sarebbero riusciti a collegare il numero degli abbai corrispondenti alle lettere dell’alfabeto oppure davanti ad una tabella con l’alfabeto i cani davano un certo numero di colpi corrispondenti alle lettere. Tra gli altri esperimenti citati, quelli di telepatia tra uomo e cane. Per gli esperimenti erano molte apprezzate le doti dell’Airedale terrier e degli Alani.
L’interesse dei tedeschi sull’intelligenza dei cani nasce nei primi anni del Novecento, con un cane che divenne un fenomeno chiamato Don il cane parlante. Secondo quanto riportano i siti di riferimenti il cane era in grado di pronunciare a sei mesi la parola “haben, Haben” (lo voglio) quando i suoi padroni erano a tavola a mangiare e il suo vocabolario si sarebbe arricchito con il tempo integrando parole come “dolce, “si” o “no”. Dai giornali dell’epoca che parlavano del caso veniva riportato che il tono non era perfetto ma la pronuncia era distinta.
A dire il vero, lo stesso Hitler era molto interessato al progetto che avrebbe potuto creare delle spie perfette. Hilter era un amante dei cani, soprattutto della razza del pastore tedesco. Aveva due esemplari, Blondi e Bella, e un Bull Terrier chiamato Fuchsl. Hitler amava così tanto Blondi da averla portata con sé nel suo bunker a proprio su di lei aveva testato dei farmaci per suicidarsi, uccidendola. Per molti si tratta dell’ultimo assassinio del dittatore.
Nel 1943, Margarethe Schmidt che non riceveva più finanziamenti e che aveva problemi a dare da mangiare ai cani e a proseguire nel loro addestramento. Alla fine della guerra, il centro venne sequestrato e pare che vi fosse un piano per abbattere tutti i cani presenti nella struttura.
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