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I Tardigradi sono “immortali” grazie a loro la vita potrà continuare

Se un calamità dovesse abbattersi sull’intero pianeta e cancellasse la maggior parte della vita sulla terra , compresi gli umani, è probabile che i Tardigradi sopravvivano . Questi animali microscopici dall’aspetto stranamente carino sono tra le creature più difficili da uccidere della Terra.

Tardigradi (Fonte foto Istock)

Alcuni possono resistere allo shock dell’acqua bollente e alle temperature vicine allo zero assoluto. Altri sono sopravvissuti alle pressioni schiaccianti dell’oceano profondo o sono rimasti senza acqua per moltissimi anni.

I tardigradi sono sopravvissuti nel vuoto dello spazio. Nel 2014, alcuni  ricercatori giapponesi hanno scongelato un gruppo di tardigradi  congelati da 30 anni, e nonostante la sorpresa iniziale del risveglio degli animali, gli scienziati sono rimasti ancora più allibiti, i tardigradi infatti  non solo, si sono risvegliati, ma la prima cosa che hanno fatto è stata quella di riprodursi.

Gli studiosi si sono quindi chiesti cosa servirebbe per porre definitivamente fine alla vita sulla terra un gruppo di fisici a posto questo quesito in un articolo sulla rivista Nature’s Scientific Reports.

Ovviamente la domanda non vuole assolutamente essere una sorta di cattiveria contro i Tardigradi ma una sorta di esperimento per riuscire a capire ne caso in cui dovessero presentarsi condizioni simili a quelle che hanno portato all’estinzione dei dinosauri se la vita potesse continuare sul pianeta grazie a questi esseri.

Gli autori dell’articolo ovvero alcuni fisici di Oxford e Harvard hanno fatto molta attenzione alla letteratura che tratta argomenti di astrofisica sulla vita umana terrestre, e anche se non esistono molti testi su questo argomento, i fisici sostengono che la domanda sia importantissima poiché se in un prossimo futuro dovesse verificarsi un evento di estinzione di massa, sarebbe bello sapere se la vita potrebbe di nuovo crescere, evolversi e prosperare.

L’impatto dell’asteroide che ha ucciso i dinosauri 66 milioni di anni fa ha anche eliminato l’ 80% delle altre specie del pianeta . Ma alcuni piccoli mammiferi sono sopravvissuti, ed è solo grazie a loro se tutt’ora gli esseri viventi prosperano.

Fortunatamente proprio grazie alla loro resistenza i tardigradi sono un buon punto di riferimento per questa domanda. Secondo i ricercatori se i tardigradi estremamente resistenti dovessero perire, la Terra, secondo le parole dei ricercatori, sarebbe “sterilizzata” da tutta la vita.

Perché i tardigradi sono così difficili da uccidere

Tardigradi

I tardigradi (fortunatamente) sono praticamente indistruttibili, è possibile mettere fine alla vita di queste creature solo ed esclusivamente quando entrano in uno stato speciale chiamato criptobiosi.

In ambienti difficili, gli animali espellono tutta l’umidità dai loro corpi. In questo stato, sono chiamati tuns.
Come tuns, i tardigradi producono glicerolo, una sorta di antigelo, e secernono trealosio , uno zucchero semplice con notevoli proprietà di conservazione.

Il trealosio è visto come un bozzolo che intrappola la biomolecola all’interno di una matrice vetrosa, come insetti che racchiudono l’ambra“, spiega un articolo del 2009 su Protein Science .

Quando il trealosio si cristallizza, il tardigrado viene mummificato in una sorta di armatura di vetro. Come tun, il tardigrado riduce il suo metabolismo del 99,99% mentre resta in una sorta di attesa per un ambiente più adatto.

Diverse specie di tardigradi hanno adattamenti diversi per un’ampia varietà di minacce ambientali. In condizioni calde, rilasciano proteine ​​di shock termico, che impediscono ad altre proteine ​​di deformarsi. Alcuni tardigradi possono formare cisti  attorno ai loro corpi, le cisti permettono loro di sopravvivere in climi molto  rigidi.

Secondo un biologo uccidere questi animali mentre non sono in forma Tun, ma sono in forma di criptobiosi è molto semplice.

Alcuni ricercatori hanno formulato 3 ipotesi nelle quali la vita potrebbe essere messa effettivamente in discussione a causa dei limiti di sopportazione dei tardigradi come per le radiazioni o il calare.
Nella prima infatti una stella molto vicina alla terra potrebbe diventare una supernova inviando radiazioni mortali verso la terra, o un raggio gamma esploso da un’origine sconosciuta potrebbe colpire la terra aumentando in maniera esponenziale la temperatura della Terra.

In questi due casi entrambi gli scenari sarebbero terribili, le radiazioni distruggerebbero lo strato di ozono che ricopre la terra e friggerebbe letteralmente tutta le vita sulla terra distruggendo anche tutta l’atmosfere quindi anche l’ossigeno.

In questi primi due scenari però gli autori dello studio hanno costatato che la vita marina nel profondo oceano resterebbe invariata nonostante la completa distruzione dell’atmosfera.

Per uccidere davvero tutti i tardigradi e tutta la vita sul pianeta gli oceani si dovrebbero vaporizzare. Il che richiederebbe un’incredibile quantità di energia.

Fortunatamente, non ci sono stelle a una distanza impressionante che potrebbero produrre tale energia, Si stima infatti che per distruggere anche gli oceani servirebbero circa 560.000.000.000.000.000.000.000.000 joule di energia. (il joule è l’unità di misura utilizzata per  l’energia  che è  pari allo sforzo necessario per creare un watt di potenza per un secondo).

Momentaneamente non ci sono stelle “vicino” alla terra che potrebbero scatenare tanta energia, anche se in alcune galassie sono stati registrati alcuni eventi simili, nonostante gli scienziati non siano al corrente di come e del perché questi eventi accadano, sono sicuri che se dovessero manifestarsi questi eventi, potrebbero distruggere completamente la vita sul pianeta.

Fortunatamente, questo scenario è improbabile. La fonte di un lampo di raggi gamma dovrebbe essere “entro circa 42 anni luce”, (L’anno luce misura la distanza in astronomia: L’anno luce corrisponde alla distanza percorsa dalla luce nel vuoto nell’arco di un anno) scrivono gli autori dell’articolo pubblicato, e le possibilità sono astronomicamente ridotte.

Questo lascia quindi il posto a un’altro scenario , quello degli asteroidi . Un asteroide abbastanza grande potrebbe infatti produrre l’energia necessaria per porre fine a tutta la vita sul pianeta.
secondo i fisici che stanno portando avanti lo studio basterebbe un’asteroide con una massa di 1,7 quintilioni di chilogrammi, per far si che i mari evaporino e la terra sterilizzata. Nel nostro sistema solare ci sono circa 19 asteroidi con le dimensioni che potrebbero mettere fine a tutto quello che conosciamo ma fortunatamente nessuna sembra essere in rotta di collisione con la terra.

Come sottolinea il Washington Post i ricercatori stanno raggruppando tutti i tardigradi nella loro analisi per studiare ogni caratteristica che li contraddistingue.
Esistono migliaia di specie di tardigradi e hanno tutti adattamenti leggermente diversi che li aiutano a sopravvivere, ma nessuna variante della specie possiede tutte le difese delle altre.

I tardigradi che popolano gli oceani potrebbero infatti non essere in grado di sopportare le temperature molto elevate come invece possono sopportare quelli che popolano la terra, secondo alcuni grazie a questa scoperta la possibilità che un giorno la terra sia completamente sterilizzata dalla vita potrebbe essere concreta.

Ma nonostante tutti i discorsi su morte e distruzione, gli autori dello studio hanno una conclusione ottimistica: “Non comprendiamo appieno i meccanismi con cui è iniziata la vita, ma una volta che esiste su un pianeta simile alla Terra, la completa rimozione di tutta la vita (altro che attraverso l’evoluzione della stella ospite) è un evento molto improbabile. “

L.L.

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Loriana Lionetti

Loriana Lionetti nasce a Anzio nella provincia di Roma nel 1989 consegue gli studi come perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Dopo gli studi si concentra su le sue due più grandi passioni: La scrittura e gli animali. E’ infatti la fiera mamma adottiva di 3 cani 2 gatti un drago barbuto e un Ara Ararauna. Con gli anni la sua curiosità l’ha portata ad informarsi e prodigarsi sempre di più per gli animali e per l'ambiente e nell'informazione e nel giornalismo conseguendo il tesserino professionale da pubblicista presso l'ordine dei giornalisti del Lazio . Lavorare per amore a quattro zampe gli ha permesso quindi di poter combinare il suo lavoro con le sue passioni.

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