I lupi sono in aumento ma non attaccano l’uomo, le parole di Rosario Fico chiariscono la situazione della loro cospicua presenza vicino Roma
La presenza dei lupi sul nostro territorio ha quasi sempre creato delle polemiche e delle criticità sul fronte politico per le conseguenze che possono comportare sulle persone che si imbattono in tali creature. Sull’attuale situazione è intervenuto Rosario Fico, il dirigente dell’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana, esperto di indagini sui reati compiuti contro gli animali che ha fatto un importante discorso sulla “natura” dell’esemplare più temuto. Ecco di cosa si tratta.
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Rosario ha tenuto a presentare la sua considerazione in occasione della comparsa dei lupi alle porte di Roma che ha creato timore e scompiglio tra le persone che hanno notato la vicinanza degli animali presso la loro zona. Al riguardo, Rosario ha voluto mettere in evidenza il fatto che i lupi non attaccano l’uomo, salvo in situazioni particolari. Quando questo avviene, solitamente, dipende dal fatto che il lupo viene alimentato artificialmente ossia con una maggiore porzione di cibo, come ad esempio un pezzo di carne. Poi, può succedere che l’animale all’improvviso possa smettere e per l’uomo non c’è nessun pericolo da tenere in considerazione. Rosario ha spiegato la sua riflessione, prendendo come esempio, un episodio accaduto mentre lui era veterinario presso il parco nazionale d’Abruzzo. Ogni sera assisteva alla scena dei lupi che passeggiavano nel centro di Civitella Alfedena in maniera tranquilla, senza creare nessun danno.
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Presumibilmente, la quantità numerica degli esemplari selvatici si attesta a 100 ma l’uomo avverte che non è necessario preoccuparsi. Infatti, in merito alla paura di molti allevatori per l’uccisione delle loro pecore da parte dei lupi, Rosario ha affermato che la soluzione non è quella di abbatterli ma di creare un equilibrio, evitando di prendere soluzioni drastiche. Infatti, nel momento in cui viene mantenuto un certo ordine, dunque equilibrio, i lupi si cibano di quello che trovano senza subire affaticamento. Se invece, esso non viene preservato, i predatori fuggono in preda al panico, andando ad attaccare senza distinzioni. In tal caso, bisogna anche evidenziare il fatto che “certo, il lupo non è come noi. I lupi devono vivere per e spesso può succedere che si procurino qualche pecora in più, mettendolo da parte come riserva. Tuttavia, gli animali che fanno parte della sua dieta sono prevalentemente cinghiali.” Poi, in riferimento alle pecore, l’esperto di indagini fa una precisazione: “il lupo non sgozza ma dà solo dei morsi alla gola, dietro l’orecchio e alla trachea, dunque la loro uccisione non provoca sofferenza.”
L’uomo fa riflettere anche sull’origine della folta presenza di tali animali nei nostri terreni. “La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che i pastori nel corso del tempo abbiano invaso gli spazi dove si trovano gli erbivori selvatici” ha evidenziato Rosario aggiungendo che questo non vuol dire dare la colpa ad essi ma semplicemente adottare un sistema di protezione adatto che farebbe arginare il problema.
Una questione delicata dunque da analizzare fino in fondo, prendendo in considerazione tutti gli aspetti da studiare e sui quali riflettere. Pertanto, la soluzione migliore è evitare l’applicazione di qualsiasi soluzione violenta ai danni di questi esemplari selvatici, valutando tutte le alternative possibili.
Benedicta Felice
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