I gatti cacciatori di topi ricevono l’eredità: un compito prestigioso e nobile

I gatti cacciatori di topi ricevono l’eredità: un compito prestigioso e nobile

I gatti cacciatori di topi ricevono l’eredità da un ricco francese. E’ successo in Russia dove sono trattati come reali per il loro compito

Gatto in posa (Foto Pixabay)
Gatto in posa (Foto Pixabay)

Dare la caccia ai topi può trasformarsi in un prestigioso riconoscimento. Lo avresti mai pensato? Ebbene, se questo ti sembra un’assurdità, è arrivata l’ora di ricredersi con una notizia alquanto particolare che stiamo per raccontarti. La curiosa vicenda proviene dalla Russia ed ha come protagonisti degli splendidi felini. Vediamo di cosa si tratta.

I gatti cacciatori di topi ricevono l’eredità, dalla Russia una curiosa vicenda

Gatto dallo sguardo dolce (Foto Pixabay)
Gatto dallo sguardo dolce (Foto Pixabay)

Alcuni adorabili gattini hanno ricevuto un prezioso e importante dono da parte di un ricco francese. Il loro merito? Quello di aver difeso le collezioni presenti nel museo Ermitage di San Pietroburgo dagli assalti dei topi. Il regalo concerne il versamento di una somma di denaro da destinare ai gatti che hanno in custodia le opere dell’Ermitage, situate nell’ex residenza degli zar. La somma di denaro serve per il sostegno del gruppo di felini “arruolati” per fare la guardia ai celebri capolavori che potrebbero essere rovinati dall’intrusione dei topi! Il gruppo creato non è composto da un esiguo numero di gatti, anzi…i felini scelti per questo compito sono 70!

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L’assegnazione dell’ambito premio non è un caso perché i pelosetti ospitano l’ex palazzo degli zar da generazioni. Il primo di tutti Basil che venne scelto per l’importante compito insieme ad altri dieci felini, ai tempi dello zar Pietro I il Grande. Con il passare del tempo, la loro efficienza si rese indispensabile nell’enorme residenza. Così, Caterina II li assunse come guardie reali, suddividendoli nei loro compiti a seconda del loro carattere. Tra di essi, quelli più estroversi e vivaci potevano tenere sotto controllo la situazione correndo per il palazzo mentre quelli dal carattere più mansueto dovevano fare da guardia nelle lussuose stanze reali.

I mici scelti dall’ambiente reale erano di colore bianco e nero perché potevano adattarsi meglio alle signorili stanze del palazzo. Ai felini fu concesso un simile onore fino agli anni 90′, per poi essere trasferiti nelle cantine. Insomma, una differenza non di poco conto, rispetto al passato! Il loro ruolo era così importante quasi da essere “venerati” per il loro incredibile supporto nel preservare la bellezza dei capolavori artistici del palazzo. La considerazione dei reali era così alta nei loro confronti da mandarli via solo due volte. La prima durante la Seconda Guerra mondiale a causa dell’invasione dei topi nella città che rese necessario un loro aiuto al di fuori del palazzo e la seconda negli anni 60′ quando l’amministrazione decise di utilizzare i prodotti chimici per eliminare i roditori. Dopo quell’esclusione, ai mici fu riservato un trattamento ancora più bello di quello precedente. Il loro ingresso fu accompagnato addirittura dalla carta d’identità.

Nonostante nel corso degli anni la loro celebrazione non sia più sontuosa come un tempo, tutti gli anni il museo dell’ Ermitage, in occasione della Giornata del Gatto, fa ricevere i gatti dal pubblico che può ammirare le cantine dove i felini svolgono scrupolosamente il proprio lavoro.

 

Benedicta Felice

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