I cavalli leggendari e più famosi della storia

I cavalli leggendari e più famosi della storia

Cavalli leggendari più famosi della storia

Moneta ante 1445, con Giulio Cesare a cavallo

Non solo cavalli mitologici o leggendari. Alcuni destrieri sono entrati a pieno titolo nella storia dell’umanità. Esemplari che hanno contribuito con il loro coraggio ha cambiare il corso degli eventi, accompagnando grandi condottieri in numerose imprese e vittorie.

Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno

Il nome Bucefalo o Bucephalus significa “testa di toro (o bue)”. Secondo alcune ipotesi si ritiene che il famoso cavallo di Alessandro Magno fosse della migliore razza tessalica. Tra queste la razza odierna del Akhal-Teke.

Bucefalo venne associato alla testa di bue per la sua stazza. Aveva la fronte larga, le narici distanti e il muso leggermente concavo. Inoltre, alcuni studi avrebbero confermato che il termine “bucefalo” fosse utilizzato per indicare i cavalli provenienti dalla Tessaglia.

Il destriero di Alessandro Magno aveva un mantello nero e una stella bianca sulla fronte. Inoltre aveva un occhio azzurro, di colore diverso dall’altro. Nelle descrizione mitologiche di Bucefalo viene anche indicato che avesse una macchia sul fianco a forma di bue.

Secondo i racconti, Filippo il Macedone, padre di Alessandro Magno, avrebbe acquistato un cavallo chiamato Bucefalo ad una somma notevole. Tuttavia, il cavallo divenne indomabile e solo Alessandro a 10 anni, fu capace di capirlo.

Bucefalo era terrorizzato dai movimenti della sua stessa ombra. Il bambino riuscì a domarlo e a fargli superare le sue paure. Tra di loro si creò un’amicizia fondata sulla fiducia che durò tutta la vita. Bucefalo portò Alessandro Magno nelle battaglie ai confini con l’India. Fu ferito a morte nella battaglia dell’Idaspe e nonostante ciò continuò a difendere il suo destriero.

Per questo Alessandro decise di seppellire con tutti gli onor Bucefalo dedicandogli il nome di una città.

Asturcone fu invece il celebre destriero di Caio Giulio Cesare

Giulio Cesare a Cavallo

Austurcone prende il nome probabilmente da una razza equina delle Asturie. Non aveva la grazie del cavallo arabo ma la stazza, la forza e una grande resistenza nonché docile ai comandi.

Il cavallo ideale per un grande condottiere come Giulio Cesare e che gli permise di affrontare numerose battaglie in prima linea. Asturcone accompagnò Cesare nella campagna delle Gallie e nel famoso passaggio del Rubicone. Nelle “Vite dei Cesari” viene raccontato che Asturcone sia nato negli allevamenti personali dei Giulii.

Era un cavallo bellissimo che aveva piedi quasi umani, con le unghie fesse in forma di dita.

Il cavallo era al centro di una predizione degli aruspici che avevano riferito che il padrone di quel cavallo avrebbe governato l’impero. Ecco perché Giulio Cesare ebbe grande cura di Austurcone e non voleva che altri lo cavalcassero.

Alla sua morte innalzò una stati del cavallo davanti al tempio di Venere Genitrice.

Austrucone accompagnò Cesare nelle campagna delle Gallie, conquista con cui estese il dominio della Repubblica romana fino all’oceano Atlantico e al Reno.

Shabdiz

Shabdiz, Rilievo di Cosroe Parviz a cavallo presso Taq-e Bostan

Shabdiz significa “del colore della notte” ovvero “nero”. Era lo stallone nero leggendario stallone nero di Cosroe Parviz, uno dei più famosi re persiani della dinastia sasanide (che regnò dal 590 al 628 d.C.).

Era considerato il cavallo “cavallo più veloce del mondo”.

Marengo il cavallo di Napoleone

Napoleone a Cavallo, ritratto di David

Come tutti i grandi imperatori, anche Napoleone Bonaparte non poteva non avere uno suo grande destriero. Marengo era un cavallo arabo che non superava 1,50 al garrese. Fu il cavallo prediletto di Napoleone che lo accompagnò nelle sue più grandi imprese: nelle battaglie di Austerlitz, Jena, Russia, infine Waterloo. Durante quest’ultima battaglia, il cavallo venne catturato dagli Inglesi e riportato in patri come bottino di guerra.

William Henry Francis Petre vendette il cavallo al tenente colonnello Angerstein dei granatieri che lo portò nella sia scuderia a New Barnes, nei pressi di Ely.

Dopo aver passato 15 anni della sua vita con Napoleone, Marengo, morì a 38 in Inghilterra. Il suo scheletro è oggi conservato in un museo di Chelsea, a Londra.

Marsala, la cavalla di Giuseppe Garibaldi

Garibaldi a cavallo

Marsala era la famosa cavalla bianca di Giuseppe Garibaldi. La cavalla fu regalata dal marchese Sebastiano Giacalone Angileri che raggiunse Garibaldi e i suoi Mille sulla spiaggia di Marsala

Garibaldi entro in sella alla cavalla a Palermo il 27 maggio 1860. Con Marsala affrontò la campagna militare nel regno delle Due Sicilie. Si affezionò a lei tanto da portarla con sé a Caprera il 9 novembre 1860. Rimase con Garibaldi fino alla sua morte a 30 anni, avvenuta nel 1876.

Venne sepolta nel giardino della casa di Garibaldi con una lapide con la scritta: “Qui giace la Marsala che portò Garibaldi in Palermo, nel 1860. Morta il 5 settembre del 1876 all’età di 30 anni”.

A poca distanza è sepolto anche Giuseppe Garibaldi morto il 2 giugno 1882.

Garibaldi amava molto i cavalli e i cani tra i quali ricordiamo Aspromonte, Bixio, Foin e Tho ma anche gatti. Secondo alcuni storici, la fattoria di Garibaldi contava 150 bovini, 214 capre, 100 pecore, 25 capretti, 400 polli, 50 maiali, 60 asinelli e 2 tori.

Non a caso, fu proprio Garibaldi che nel 1871 fondò, assieme alla contessa di Southerland, la Società protettrice degli animali, ovvero quello che oggi viene chiamato l’Ente nazionale protezione animali (Enpa).

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C.D.

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