Amava quelle montagne, quella Regione che aveva associato ad una razza di cane in particolare: il pastore abruzzese. Con il fidanzato, un giovane pilota di 25 anni, Marco Tanda, la ventiquattrenne Jessica Tinari di Vasto, erano andati a passare qualche giorno di relax tra le montagne che amavano, quelle dove hanno poi trovato la morte, tra le macerie dell’Hotel Rigopiano.
La giovane coppia appartiene infatti a quel numero 29 che segna le vittime della slavina che ha trascinato via l’albergo lo scorso 19 gennaio. Jessica amava quei luoghi e il pastore abruzzese. I suoi parenti ricordano che proprio sul suo profilo facebook, guardando una delle tante fotografie di quelle montagne, aveva soprannominato uno di quei cani “Golia, il guardiano del Gran Sasso”.
Il padre e la madre di Jessica hanno così deciso di rendere omaggio alla loro figlia e di ricordarla con un gesto davvero straordinario e di umanità, adottato uno dei tre cuccioli dei due maremmani Nuvola e Lupo dell’Hotel Rigopiano, salvati il 23 gennaio, sopravvissuti alle macerie.
Il cucciolo è stato chiamato proprio Golia, come quel guardiano che veglia sul Gran Sasso, immaginato da Jessica. Il fratello di Marco Tanda, Gianluca, nonostante il dramma, ha raccontato come anche i parenti delle vittime, hanno ritrovato un po’ di speranza nel vedere salvare i tre cuccioli: “E’ difficile capirlo per chi non lo vive in prima persona, ma vedere quei cani salvati mi ha tirato su di morale”, ha dichiarato Gianluca.
Forse l’innocenza di quei batuffoli bianchi, la loro fragilità in balia della devastazione è stata una rivelazione, un simbolo catartico nel quale ci siamo tutti rispecchiati. A cominciare dai parenti delle vittime. Un gesto straordinario da parte della famiglia di Jessica che con Golia al fianco potrà custodire quel sogno ad occhi aperti e ricorrente della giovane vittima.
L’intervista del padre
“Jessica amava molto i cani –ha raccontato Mario Tinari– e ne voleva uno, ma ho sempre rimandato perché sapevo che toccava a me accudirlo. Ho mantenuto la promessa di adottare il cucciolo anche se Jessica non è sopravvissuta. Per la scelta del nome avevo pensato di unire le iniziali dei ragazzi, Jessica e Marco, ma non suonava bene. Golia è il nome suggerito proprio da mia figlia, che nel 2014 ha fatto un viaggio e sul profilo Facebook aveva postato una foto con un imponente pastore abruzzese e sotto la foto aveva scritto: Golia, il guardiano di Campo Imperatore. Quando sono stato dai Del Rosso, proprietari dei cani, mostrai la foto postata da Jessica e dissero che Golia, di proprietà di un pastore locale, era il padre di Nuvola, la madre del cucciolo adottato. Golia è un giocherellone cercheremo di educarlo nel migliore dei modi. La mattina alle 6:30 mi sveglia, si lamenta un po’ e vuole mangiare. Questo è un impegno che ho preso volentieri. Mi distraggo, mi aiuta a non pensare– ha detto Mario Tinari- mentre il cucciolo di tre mesi travolge in giardino tutto quello che trova e i passanti si fermano per guardarlo”.
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