Al primo sguardo sembrava un grosso gatto, poi lo recupera e scopre all’improvviso tutta la verità sul suo conto.
Per diversi mesi un contadino avrebbe assistito al vagare ininterrotto di un gatto di grandi dimensioni nei dintorni della sua proprietà, fino a riuscire – talvolta – anche ad accedere al suo interno. Molto incuriosito dalla presenza del fuggevole felino, un giorno, l’uomo ha deciso di avvicinarsi all’esemplare per provare a catturarlo.
Dopo essere riuscito nel suo intento, l’uomo si è accorto con sorpresa che il felino ritrovatosi di fronte non poteva essere un gatto. Si trattava infatti di un maestoso esemplare di Serval, noto anche come Savannah. Una specie di felino originario della Savana.
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Per riuscire a catturare il felino, il contadino avrebbe posizionato una trappola all’interno della sua proprietà che sarebbe riuscita a immobilizzare l’esotico animale. Tale azione, però, si sarebbe infine rivelata un considerevole aiuto nei confronti dell’esemplare che sarebbe accidentalmente fuggito dal suo habitat familiare ritrovandosi solo e spaesato.
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L’esemplare dal manto maculato è stato fortunatamente recuperato dai volontari del limitrofo centro di accoglienza per animali selvatici di “Turpentine Creek Wildlife Refuge“. Lo scorso 24 gennaio un video, che ha immortalato una fase del suo salvataggio, è stato postato in diretta su Facebook dal profilo ufficiale della struttura-rifugio. Nel mentre i veterinari cercavano di verificare quali fossero le sue condizioni di salute.
Fino a quel momento, il Serval recuperato, si sarebbe sostentato catturando e mangiando piccoli animali incontrati sul suo cammino, fra cui topi e volatili, non adatti alla sua alimentazione. Con il manto insidiato da diversi parassiti e una coda ritrovata in pessime condizioni, tanto da essere destinata all’amputazione, il felino smunto e indebolito avrebbe potuto non sopravvivere ancora a lungo nel suo precario stato di vagabondaggio. Difatti, quando l’équipe di volontari ha terminato le visite di routine, ossia i controlli necessari a comprendere e migliorare lo stato di salute dell’animale, sarebbe riuscita anche a scoprire dove si trovava il suo precedente rifugio.
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Il “fortunato” Serval – così come lo avrebbero soprannominato sul finale i volontari – aveva costruito una piccola tana con delle piume ritrovate sul suo cammino per ripararsi dalle gelide temperature dell’inverno. Il suo percorso in quelle terre, ben lontane dal poter divenire il suo habitat di riferimento, avrebbe potuto minare la sua sopravvivenza.
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