La figlia voleva un gatto, ma la mamma era troppo spaventata per acconsentire, fino a quando la religione non ha aiutato la donna
Amiamo i nostri amici a quattro zampe e quando sentiamo di persone che ne hanno paura ci sembra un racconto assurdo. Non capiamo che probabilmente quelle titubanze, che poi si trasformano in terrore, a volte sono frutto di avvenimenti traumatici che le persone si portano dentro di se fin dalla tenera età.
Un abbaio improvviso, un gioco troppo irruento, la visione di un film che spaventa, tante posso essere le cause e tanti i modi nei quali la nostra mente le può elaborare. Molte di queste persone non ne vogliono sapere di cambiare idea, altre hanno bisogno solo di un piccolo aiuto.
E proprio grazie ad un piccolo aiuto, arrivato dalla religione, che una ragazza è riuscita a far passare la fobia dei gatti a sua madre, che così le ha permesso di realizzare uno dei suoi sogni: adottare un micino.
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Secondo alcune statistiche in molti paesi, durante il duro periodo passato e dal quale ancora stiamo cercando di uscire della pandemia, è aumentata esponenzialmente l’adozione di animali domestici. Ci sentivamo soli, e chi meglio dei nostri amici a quattro zampe può farci compagnia?
Da inizio pandemia, sono 3.2 milioni le famiglie, che in Gran Bretagna, hanno adottato un animale domestico, più della metà dei proprietari hanno tra i 16 e i 34 anni, e oltre il 56% ha bambini in casa. E proprio questi numeri sono stati esposti alla donna 42enne, mamma della giovane 17enne che voleva a tutti i costi prendere con se un gattino.
“I gatti sono l’incarnazione di Satana” questa la risposta che le dava la donna “usano la loro gentilezza e adorazione per
incantare e fare il lavoro del diavolo” irremovibile sulla sua posizione. La paura della donna aveva radici profonde e ben radicate, provenienti dal suo passato. Quando era solo una bambina, ricorda di aver visto un video nel quale un gatto nero, dai grandi occhi profondi e penetranti, attaccava il suo padrone.
Quegli occhi la perseguitavano, rivedendo in tutti i felini che incontrava quello stesso gatto rivivendo nella sua mente le immagini viste.
Profonda la fobia della donna, che non controlla le sue reazioni in presenza di questi animali. La figlia racconta, che se capitava di andare in visita da amici che possedevano mici, doveva avvisarli di portarli in un’altra stanza rispetto a quella che avrebbero visitato loro, per evitare una eccessiva reazione da parte del genitore. Urla isteriche che facevano sorridere l’intera famiglia, che nascondevano però un problema serio: una paura incontrollabile.
La ragazza però continuava ad essere convinta di volere un gattino che gironzolasse per casa, così provò ogni espediente pur di prenderne uno con se. Arrivò anche a dare un anticipo per acquistarne uno, ma si rivelò una truffa, cosa che però non l’ha minimamente demoralizzata.
Perciò divenne sempre più importante avere il benestare della mamma, così da evitare altri intoppi, ma tutte le strade sembravano non funzionare. Fino a quando, la ragazza capì che il modo più semplice e che era sempre stato i suoi occhi, fosse anche quello più efficace: la loro religione. La famiglia è mussulmana praticante, e per la loro religione i gatti sono animali sacri.
In Islam vengono fatti entrare nelle case e nelle moschee grazie all’ammirazione che viene provata verso di loro. Vengono ritenuti puri e lodati per la loro pulizia, e in alcuni casi è addirittura consentito mangiare dalla loro stessa ciotola. Questi animali sono rispettati da secoli nella cultura mussulmana, e tutto ha origine da uno dei compagni del Profeta Maometto, Abu Hurairah noto anche come padre dei gattini.
Maometto stesso aveva una predilezione per i gatti, riconoscendo il suo preferito nel gatto Muezza. Una storia narra di un giorno nel quale il Profeta si svegliò chiamato alla preghiera, ma che sulla manica della sua veste dormisse adorabilmente Muezza. Maometto non voleva disturbare il sonno dell’animale e così decise di tagliare la manica.
Ci sono volute alcune settimane prima di riuscire a convincere la madre raccontando di quanto l’Islam fosse attaccato all’animale che lei tanto odiava. Non fu facile, ma un piccolo spiraglio era stato aperto. Parlando anche con altre famiglie mussulmane che possedevano gattini in casa, la donna sembrò essersi convinta pur di far felice finalmente la figlia.
Milo, questo il nome dato al micetto, finalmente era entrato in famiglia, e questa volta ci sono volute poche settimane per far si che la donna cambiasse radicalmente il suo modo di vedere i gatti. Ormai è il quinto figlio per la donna, lo lascia riposare sulle proprie ginocchia, chiedendo in continuazione, quando non è in casa, come sta e come passa la giornata, prendendosi cura di lui in tutto e per tutto: gli dà da mangiare, pulisce i suoi bisogni, passa del tempo giocando, ma soprattutto appena sveglia la mattina lo cerca per potergli dare un bacino.
Milo è un meraviglioso gattino, dagli occhi verdi, pelo morbido e dolce come un bimbo. La ragazza racconta di come sia nettamente cambiata la madre, e come orgogliosa invia foto del micio a tutti i suoi contatti, riempiendo anche di regali il piccolino di casa.
Ora la mamma risponde decisamente in maniera differente quando le viene chiesto cosa pensi dei gatti: “I gatti sono una benedizione di Dio, che fornisce ai loro proprietari nient’altro che felicità e positività“. La religione è riuscita ad aiutare nel suo intento la ragazza realizzando un suo sogno, e alla madre di superare una sua grande paura.
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F.D.M
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