Rivoluzione in Gran Bretagna, grazie alla cosiddetta Lucy Law infatti la vendita di animali domestici sarà vietata a partire dal 2019.
Procede in Gran Bretagna l’iter che porterà all’introduzione della cosiddetta ‘Lucy Law’. La legge prende il nome dal movimento scaturito dopo il salvataggio di una cagnolina di nome Lucy. L’esemplare di Cavalier King era stato sfruttato per anni nella riproduzione. Venne recuperato per miracolo nel 2013 e morì nel 2016, circondata dall’affetto della nuova padrona, Alice Garner, la stessa che successivamente iniziò questa battaglia.
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Cosa prevede la nuova legge e che cosa cambia nel Regno Unito
La Lucy Law è stata presentata lo scorso agosto dal governo, per contrastare il traffico illegale di animali domestici, in particolare cani e gatti. Stando a forti governative, dovrebbe godere di ampio consenso: il 95% dei sudditi di Sua Maestà, la regina Elisabetta, essa stessa in primis grande amante degli animali, sarebbe favorevole a un provvedimento di questo tipo. La norma, in sostanza, limita la vendita di animali di età inferiore ai 6 mesi nei negozi o da rivenditori. Il ministero dell’Ambiente chiarisce che questa nuova norma, che potrebbe entrare in vigore nei primi mesi del 2019, “impedirà ai negozi di animali o ad altri terzi venditori di vendere questi animali in Inghilterra a meno che non li abbiamo allevati loro”.
Soddisfazione viene espressa da Caroline Kisko, segretaria del Kennel Club. Questa ha definito la legge “un’iniziativa cruciale per contrastare la crudele fabbrica dei cuccioli. Impedirà a molti cani di soffrire e invierà un messaggio molto forte a chi vuole comprare i cani”. Il governo britannico ha svelato una serie di iniziative per il benessere degli animali negli ultimi mesi che gli attivisti sperano che presto altri paesi europei seguano. Una legge di ottobre ad esempio ha vietato ai negozi autorizzati di occuparsi di cuccioli e gattini di età inferiore alle otto settimane. Nel 2010 il 49% degli adulti del Regno Unito possedeva almeno un animale domestico, secondo i dati dell’ente di previdenza veterinaria della Gran Bretagna per gli animali malati (PDSA).
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