L’On. Paolo Bernini, deputato del Movimento Cinque Stelle alla Camera e punto di riferimento per gli animalisti italiani, denuncia il comportamento tenuto dal Governo nei confronti dei diritti degli animali in materia di caccia, definendo l’attuale legislatura e quelle passate “nemici degli animali e dell’ambiente”. Pomo della discordia è la gestione dei casi di abbattimento selettivo di alcune specie che verrebbero dati in gestione direttamente alla contestatissima categoria dei cacciatori, anziché essere sottoposti alla supervisione di enti dedicati come la Forestale dei Carabinieri e la Polizia Provinciale.
“In pratica si consentirebbe ai privati di uccidere dove lo Stato dovrebbe proteggere – prosegue l’On. Bernini – tale provvedimento è criminale ed insensato, non solo perché favorirebbe i privati nella gestione della fauna che rappresenta un enorme patrimonio indisponibile dello Stato, ma anche perché, di fatto, legalizzerebbe il bracconaggio e qualunque altro atto di crudeltà”.
L’On. Bernini rincara la dose e dice senza mezzi termini: “Questo Governo come anche le Regioni, anziché rivedere tutta la politica dei ripopolamenti ed evitare ulteriori inutili azioni di controllo sugli ungulati, lasciano in mano, proprio a chi è la causa di questi squilibri, la gestione degli stessi. Questo sarebbe un ulteriore regalo a chi vede nell’ambiente e negli animali solo una risorsa da sfruttare e non da difendere. E’ una situazione paradossale ed inaccettabile che va fermata con ogni mezzo”.
E fa eco a questa denuncia anche Silvia Piccinini, consigliera regionale in Emilia Romagna del Movimento Cinque Stelle: “La riforma Madia e la legge Delrio sono state del tutto inefficaci e pasticciate, e rischiano ora di avere effetti devastanti anche sulla fauna e sulla biodiversità. In materia di abbattimento dei cinghiali, per esempio, la Conferenza Stato-Regioni, capitanata dal presidente Bonaccini vuole dar vita ad un Far West molto pericoloso, concedendo licenza di uccidere a chiunque, soprattutto ai cacciatori, gettando al vento anni di tentativi di tutela e gestione del prezioso patrimonio dello Stato. La volontà precisa di modificare la legge è palese e per questo chiediamo che si fermi questa deriva, concedendo, invece, maggiori risorse alle Guardie Forestali e al personale qualificato”. Nei mesi scorsi ha tenuto banco tra mille polemiche la situazione relativa al cosiddetto Piano Lupo, capitanato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
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