A fine giugno era stata diffusa l’inchiesta shock condotta da Animals Australia (AA) sulla vendita di carne di cane ai turisti. La vendita degli ambulanti avveniva lungo le spiagge più note di Bali. L’indagine aveva svelato anche il settore della catena alimentare, legato ad un’illegalità diffusa: cani randagi cacciati dai ristorati con bocconi avvelenati. Non solo. Nel filmato sono state anche documentate altre crudeli modalità con le quali veniva inflitta un’atroce sofferenza agli animali.
La Animals Australia aveva denunciato il traffico e la vendita illegale nell’ambito della quale ogni anno vengono uccisi circa 70 mila cani solo a Bali. Dall’inchiesta era anche emerso come i venditori ambulanti provvedevano a spacciare la carne ai turisti come se fosse pollo. L’inchiesta ovviamente ha sollevato lo sdegno a livello internazionale e mediatico. Lo stesso governatore di Bali, a distanza di un mese, è intervenuto, prendendo dei provvedimenti.
Stando a quanto trapela dai media, il governatore Made Mangku Pastika ha inviato una lettera ai ministri indonesiani, ai capi della polizia, dei dipartimenti del settore agricolo e veterinario. Nella missiva, il governatore ha evidenziato quanto questa tradizione culinaria abbia un impatto negativo sul turismo e l’immagine stessa della provincia.
Il governatore ha invitato le amministrazioni locali a “vietare la vendita di carne di cane perché si tratta di un ramo del settore alimentare che non è controllato. Di conseguenza, non potendo garantire il prodotto, può essere alla base di diffusione di malattie come la rabbia o altri virus anche letali”.
Al contempo Mangku Pastika ha avviato un’indagine interna affinché siano condotte delle raccolte dati sui luoghi in cui viene effettuata la vendita di carne di cane. L’amministrazione centrale sta anche mettendo a punto un programma per insegnare alla popolazione perché il cane non è carne da consumo tanto meno da somministrare ai turisti.
Lyn White della Animals Australia ha accolto con soddisfazioni la linea del governatore di Bali, ricordando che si tratta di una decisione importante, giunta in un momento in cui si stava registrando un aumento del consumo di carne di cane a Bali.
“È la risposta più appropriata ad un commercio che comporta crudeltà animale e presenta un grave rischio per la salute umana. Inoltre contribuisce ad un programma per sradicare la diffusione della rabbia”, ha sottolineato White.
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