Gli orrori che si celano dietro al commercio illegale della carne di cane in Cina

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By lotta75

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Un tenero cane, con lo sguardo triste, quasi rassegnato alla morte, rinvenuto per le strade di Chengdu, in Cina centrale, con due frecce conficcate nel corpo. Il povero animale era stato preso di mira da un commerciante di carne di cane che probabilmente stava cercando di acchiapparlo per poi rivenderlo. Fortunatamente, sul posto era presente un animalista di nome Qiao Wei, fondatore della Qimin Animal Protection Association che ha subito protetto il cane, provvedendo a recuperarlo e a portarlo presso una clinica veterinaria per le cure.

Il cane è sopravvissuto per miracolo e dopo la rimozione delle frecce, sta seguendo un trattamento per le gravi ferite, ma gli organi vitali non sono stati compromessi. Nel giro di pochissime ore l’immagine del cane ha fatto il giro del mondo, sollevando un’ondata di polemiche e ottenendo milioni di visualizzazioni. Secondo le indiscrezioni, migliaia di persone si sono direttamente interessate al destino del cane, chiedendo informazioni sulle sue condizioni e richieste di adozione.

In un post la China’s Rescues and Shelters ha ricordato gli orrori perpetrati per il commercio della carne di cane, denunciando che si tratta di un settore che danneggia la reputazione dei cinesi, definendolo “moralmente ripugnante”: “Il commercio della carne di cane è fonte di sofferenza di milioni di cani e di tutti gli amanti degli animali in Cina. La Cina non può essere un leader mondiale se acconsente a questo commercio illegale”, scrive l’organizzazione che si occupa del recupero e della tutela degli animali in Cina.

Purtroppo il fenomeno del commercio della carne di cane è spesso illegale in Cina e molti individui senza scrupoli raccolgono cani randagi da destinare al settore alimentare fino a rubare cani di proprietà. Un fenomeno piuttosto diffuso come mostra un video rimbalzato sui social a novembre nel quale si vede un uomo intento a rubare un cane, legato all’esterno di un’abitazione, al quale spara un dardo avvelenato o con un sonnifero, per poter prelevare il povero animale.

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