Gli eroi della guerra, il contributo di tanti animali nel salvataggio e nelle operazioni di soccorso effettuate durante il conflitto
La seconda guerra mondiale è una delle pagine più orribili in assoluto che sia stata scritta nel corso del tempo. Una piaga che ha provocato la morte di molte persone innocenti, in nome del potere e di assurde convinzioni razziali. Una guerra che mise a soqquadro il quadro demografico ed economico di tantissime Nazioni, sconvolgendo l’esistenza di persone civili e cittadini privati che, rese necessario l’intervento anche dei nostri amici animali. Quest’ultimi infatti, furono impiegati non solo a livello lavorativo per le professioni più pesanti ma anche e soprattutto per quanto riguarda il soccorso di vite umane.
Durante il conflitto, gli animali adoperati furono i cani e gli uccelli, ognuno dei quali venne addestrato secondo le loro capacità e potenzialità.
Un esempio significativo proviene da tre razze di cani, importanti all’epoca, per il loro contributo dedicato al salvataggio di esistenze umane. I loro nomi erano Beauty, Rex, Thorn e Rip. Il primo, un Fox Terrier, si distinse per la sua abilità di localizzare i corpi dei militari seppelliti dalle macerie dei bombardamenti. La seconda, una coppia di pastori tedeschi entrò a far parte del servizio di difesa civile, addetti al soccorso delle persone coinvolte negli incendi. La presenza del terzo invece, un bastardino, fu fondamentale per il salvataggio delle vite in seguito al bombardamento Blitz dell’esercito tedesco.
Tra i volatili invece, notevole fu l’intervento di Winkie il piccione viaggiatore che, nel febbraio 1942 contribuì al salvataggio di un pilota della Royal Air Force inglese. Insieme a lui, fu esemplare l’attività di Paddy che nel giugno del 1994 fu capace di far arrivare, in tempi rapidissimi, un messaggio prima dello sbarco in Normandia.
Purtroppo però, i loro gesti eroici non sono bastati a risparmiare le loro preziose vite. Addirittura, furono il fulcro di una guerra interna denominata “la guerra dei pets”, dove il Regno Unito con la Francia si schierò contro la Germania nazista il 3 settembre del 1939, in seguito al rifiuto di ritirare le truppe tedesche dalla Polonia. Le vittime furono 400.000 cani e gatti, soppressi dai loro stessi padroni.
La sorte non fu migliore per un canile dove una fila di persone di oltre un chilometro, attese con gli animali in braccio il loro turno per dargli la morte. Tra questi, circa mezzo milione di animali venne accolto nell’unico cimitero di periferia creato dagli inglesi, nonostante il parere contrario di veterinari e degli enti a favore dei quattro zampe.
La reazione di fronte a ciò, non tardò ad arrivare da parte di autorevoli testate che presero a cuore la vicenda. Il Times, la BBC diffusero la loro voce ritenendo che “uccidere un fedele animale senza una causa equivale a far entrare la guerra nelle proprie case.”
Ciò dipese anche dall’assurda concezione secondo la quale gli animali erano un inutile e biasimevole lusso. Medesima fu la dura considerazione verso i randagi ai quali non venne dato del cibo per sottrarlo alle persone che ne avevano bisogno.
La guerra è stata una crudele ferita che non smetterà mai di sanguinare. Bambini, uomini, animali, ognuno ha perso la vita per l’odio della razza umana verso altre nazionalità.
Oggi è la giornata della memoria, e nel corso degli anni il tema è stato trattato anche da celebri film che avevano come protagonisti gli animali. “War horse“ trasmesso nel 2011 è focalizzato su un cavallo ritenuto simbolo di cambiamento per mote persone, sul campo di battaglia. Ad esso seguì il documentario dedicato proprio agli animali del conflitto, chiamato appunto “Gli animali nella Grande Guerra“ del 2015. L’ultimo, non per importanza ma per questione temporale, è stato “La signora dello zoo di Varsavia“ del 2017.
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B.F.
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