Gli conficcano un chiodo in testa poi lo seppelliscono vivo: si apre il processo contro i responsabili

Gli conficcano un chiodo in testa poi lo seppelliscono vivo: si apre il processo contro i responsabili

Una storia che ci ha fatto raggelare, rimbalzata sulle pagine di cronaca nell’ottobre del 2016. Una coppia di escursionisti, a passeggio nel bosco di Kirkleatham nei pressi di Redcar nel North Yorkshire, si accorse del lamento di un cane che era stato sepolto. Quando hanno tentato di tirarlo fuori dalla fosse si sono accorti che il povero animale aveva anche un chiodo che gli era stato conficcato nel cranio, tra i due occhi.

Sul caso furono avviate delle indagini e a distanza di qualche giorno furono individuati due responsabili, due uomini di 59 e 60 anni. Il piccolo terrier di nome Scamp purtroppo non ce l’ha fatta e per mettere fine alle sue sofferenze i veterinario lo soppressero. I due individui Michael Heathcock e Richard Finch, sono stati finalmente condannati da distanza di quattro mesi dall’accaduto, ritenuti colpevoli ai sensi della legge sui reati contro gli animali.

In sede del tribunale, è intervenuto John Ellwood, ispettore della Società britannica di Protezione animali, la Rspca, che ha dichiarato che si è trattato di un’azione che ha provocato un dolore estremo al povero animale.

Secondo la ricostruzione fornita dall’ispettore, i due amici hanno cercato dapprima di uccidere Scamp, ormai diventato cieco, sordo e incontinente per la sua età avanzata di 16 anni. La descrizione fornita dall’ispettore sulle modalità dell’uccisione è stata veramente cruente. I due individui, come confermato dal veterinario che ha visitato il cane e fatto l’autopsia ai fini delle indagini, hanno cercato di conficcare un chiodo nel cranio del cane, tra i suoi due occhi, colpendo almeno sei volte il chiodo con un martello. Poi, credendolo morto lo hanno sepolto vivo.

L’ispettore della Rspca ha messo agli atti che si è trattato del peggior caso di crudeltà verso gli animali che aveva visto in trent’anni di attività.

Nell’ambito dell’udienza è stato detto che il proprietario del cane non aveva i soldi per poter far sopprimere il suo cane dal veterinario. Un’operazione che richiede 300 sterline. Lo stesso avvocato difensore di Heathcock ha sostenuto durante l’arringa difensiva che il suo assistito amava il cane di cui si è curato per sedici anni e che non era sua intenzione causargli sofferenza.

La Rspca costituitasi parte civile in difesa del cane teme che il giudice dia solo due mesi di carcere: “Continueremo a fare pressione per chiedere il massimo della pena dai sei mesi ai cinque anni”, ha sostenuto l’Rspca.

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