Sui social francesi è polemica dopo una puntata del programma “Carnets de voyage d’Envoyé spécial”, che ha riservato un approfondimento al tema dell’eutanasia degli animali negli zoo per contenere il sovraffollamento e il problema di mescolanze genetiche ovvero per evitare l’inbreeding, l’accoppiamento tra consanguinei.
Secondo i dati riportati dall’inchiesta ogni anno in Europa vengono abbattuti circa 5mila animali negli Zoo. Emblematico in tal senso fu l’abbattimento della giovane giraffa di due anni di nome Marius allo Zoo di Copenaghen che nel febbraio del 2014 è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa e smembrata, per un discorso pedagogico, davanti agli occhi dei bambini e infine parti del suo corpo vennero date ai leoni. Un caso che sollevò lo sdegno internazionale e portò in primo piano un metodo alquanto discutibile applicato da numerosi parchi zoologici.
Tanto più che alcuni parchi e zoo si erano proposti di accogliere l’esemplare per evitare l’abbattimento come lo Yorkshire Wildilife Park nel Regno Unito e il direttore di uno zoo nei Paesi Bassi, Robert Krijuff, che aveva dato la disponibilità della sua struttura.
Molti addetti del settore come Krijuff o anche il presidente del Bioparco di Roma, Federico Coccia hanno sottolineato la necessità di alcuni cambiamenti nella gestione degli zoo. Lo stesso Coccia definì l’abbattimento di Copenaghen “una scena agghiacciante e diseducativa”.
Un attivista, Franck Schrafstetter, presidente dell’ONG Code animal ha denunciato più volte questa pratica per cui viene abbattuto un animale per proteggere i geni della sua specie.
Ovviamente il caso non passò inosservato e il direttore dello Zoo fu minacciato di morte. Poco tempo dopo, sempre allo zoo di Copenaghen, per ironia della sorte, vennero abbattuti tre leoni, di cui un adulto e due cuccioli, che si cibarono di Marius.
Il presidente della Ong ha denunciato che questi abbattimenti sarebbero in realtà guidati dal lato prettamente commerciale ed economico in quanto, gli addetti dello zoo potrebbero abbattere gli esemplari alla nascita oppure prevenire le nascite ma non lo fanno perché al pubblico piace vedere i cuccioli di animali.
Un’accusa respinta dai responsabili degli zoo che hanno replicato evidenziando che i cuccioli sono importanti e necessari per il benessere della madre.
In ogni modo, ci sono numerose realtà come i rifugi per animali selvatici ed esotici che operano in Europa come anche in Italia dove molto spesso vengono salvati esemplari destinati all’eutanasia. Alcune strutture come il Rifugio di Poggio San Lorenzo nel Lazio accolgono centinaia di animali come le scimmie recuperate non solo dai laboratori di sperimentazione animale ma anche dagli zoo.
Il dibattito sugli abbattimenti selettivi è aperto all’interno dell’Associazione Europea degli Zoo e Acquari (Eaza) alla quale aderiscono ben 347 strutture presenti in 41 paesi europei. Nell’Eaza vengono promossi numerosi programmi sotto l’egida dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Uicn): per tutelare la specie ci sono molti esemplari che non possono essere reintrodotti in natura e in cattività sono oggetto di sovraffollamento. L’Eaza ha pertanto stabilito delle regole molto rigide per poter evitare mescolanze genetiche e preservare determinate specie.
Il caso resta aperto e sicuramente avrà un seguito e si spera nuove regole. Purtroppo come accade per i casi mediatici, spenti i riflettori, viene a mancare l’attenzione del pubblico.
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