Dopo quasi un decennio dall’esplosione nucleare di Fukushima in Giappone alcuni ricercatori hanno scoperto che nonostante le radiazioni gli animali selvatici sono tornati a popolare la zona e senza la presenza dell’essere umano vivono molto meglio .
I ricercatori dell’Università della Georgia analizzando la situazione hanno scoperto che effettivamente le zone colpite dalla bomba nucleare si sono ripopolate e e stanno crescendo floride senza la presenza dell’essere umano malgrado le radiazioni.
Grazie ad uno studio fotografico divulgato sul Journal of Frontiers in Ecology and the Environment, risulta che oltre 267.000 foto hanno immortalato animali selvatici rendendo possibile constatare che sul posto ci sono circa 20 varietà diverse di animali tra cui cinghiali, lepri giapponesi, macachi, fagiani, volpi e procioni.
James Beasley biologo della fauna selvatica presso il Savannah River Ecology Laboratory e la Warnell School of Forestry and Natural Resources, ha dichiarato che il recente studio ha dato risposte a molte domande che erano rimaste in sospeso.
Grazie ai risultati ottenuti è stato possibile stabilire che numerose specie sono tornate a popolare la zona che era stata evacuata a Fukushima, molte di queste specie sono in netto conflitto con gli esseri umani come il cinghiale che è stato immortalato nelle zone evacuate da alcune telecamere di sorveglianza, un animale che non ama la convivenza con l’essere umano .
Secondo Beasley :”Questo suggerisce che queste specie sono aumentate in abbondanza in seguito all’evacuazione delle persone”.
Il team, che comprendeva Thomas Hinton, professore presso l’Istituto di radioattività ambientale dell’Università di Fukushima, ha identificato tre zone per la ricerca, i dati fotografici sono stati raccolti da 106 telecamere posizionate nelle 3 zone scelte.
I ricercatori hanno basato la designazione delle zone su luoghi precedentemente stabiliti dal governo giapponese dopo l’incidente di Fukushima Daiichi l’incidente nucleare che ha avuto luogo nella centrale nucleare del luogo, causato principalmente dallo tsunami dopo il terremoto di Tōhoku l’11 marzo 2011.
Per 120 giorni, le telecamere hanno catturato moltissime immagini. Si stima che 46.000 foto siano solo quelle che ritraggono cinghiali. Altre 26.000 di queste immagini sono state scattate nell’area disabitata.
Altre specie osservate in numero maggiore nelle zone disabitate includevano procioni, martora giapponese e macaco o scimmie giapponesi.
Anticipando le domande sulle condizioni fisiologiche della fauna selvatica, Hinton ha affermato che i loro risultati non sono una valutazione della salute di ogni singolo animale come gli studi precedentemente effettuati, ma la ricerca esamina gli impatti radioattivi sulle intere popolazioni.
Nonostante non esistano dati precedenti allo studio effettuato, recentemente sulle popolazione di animali selvatici, secondo gli studiosi la zona abbandonata dall’uomo ha reso l’area in cui è stato effettuato lo studio una zona ottima per il controllo di tutte queste creature.
Il team di ricercatori ha costatato delle variabile per rendere concreti i risultati come ad esempio la distanza dalla strada, il tempo di attività delle creature, registrando dati come data-ora delle telecamere, e il tipo di vegetazione circostante.
“Il terreno varia da habitat montagnosi a habitat costieri e sappiamo che questi habitat supportano diversi tipi di specie. Per tenere conto di questi fattori, abbiamo incorporato nella nostra analisi attributi di habitat e paesaggio come l’elevazione”.
“Sulla base di queste analisi, i nostri risultati mostrano che il livello di attività umana, l’elevazione e il tipo di habitat sono stati i fattori primari che influenzano l’abbondanza delle specie valutate, piuttosto che i livelli di radiazione”.
Dallo studio è emerso che molti degli animali che stanno popolando la zona di Fukushima si comportano esattamente come i loro simili che non popolano quella zona, i procioni continuavano ad essere attivi di notte e i fagiani di giorno proprio come di consueto.
Uno degli animali che dimostra alcune differenze è proprio il cinghiale. Solitamente questi animali sono più attivi di notte ma all’interno dell’area disabitata erano più attivi durante il giorno sinonimo del fatto che quaeste creature potrebbero modificare il proprio comportamento in assenza dell’essere umano.
Un altro animale che ha confermato l’eccezione è il serow giapponese un mammifero molto simile ad una capra che solitamente popola zone a debita distanza dagli esseri umani, ma dalle foto è emerso che questi esemplari sono stati avvistati vicino a zone abitate, probabilmente a causa della crescita esponenziale di cinghiali nella zona disabitata.
L.L.
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