Diciotto mesi dopo essere partito per il Minnesota, Jonathan Pitre continua ad aspettare l’autorizzazione medica per tornare a casa a Russell e dal suo amato cane, Gibson. L’adolescente, 17 anni, ha subito due trapianti di cellule staminali, due cicli di chemioterapia e radiazioni e una serie di complicazioni potenzialmente letali. Ha ancora a che fare con febbri e nausea – problemi che possono essere collegati alla sua cistifellea. La sua vicenda è divenuta di dominio pubblico negli Usa.
Il giovane è stato sostenuto dalla mamma, Tina Boileau, dalla sua famiglia, e dal suo amore sconfinato e sfrenato per Gibson, il suo Boston terrier di quattro anni. Racconta Jonathan Pitre: “E’ il mio migliore amico. Ogni volta che qualcosa andava male, mi dicevo che avrei fatto di tutto per stare meglio, così da poter tornare a casa e giocare con Gibson”.
A Minneapolis, Pitre dorme con cuscini e una coperta decorata con foto di Gibson. Dice buonanotte a Gibson ogni sera su FaceTime. Il ragazzo riversa le notizie e le emozioni della giornata mentre Gibson lecca lo schermo. A volte, Gibson prende un giocattolo e lo posiziona accanto allo schermo. Altre volte, si sdraia e ascolta. “Gli dico tutto,” dice Pitre. “È un po’ come il mio terapeuta”.
Gibson e l’incontro col suo fedele amico
Gibson entrò nella vita di Jonathan Pitre per caso nel settembre del 2014. La madre del 17enne era andata a fare shopping con un amico che insisteva per fare una visita al negozio di animali del centro commerciale St. Laurent. La donna “incontra” così quel Boston terrier: “I miei occhi sono andati dritti a questo piccolo cane nero che si era messo sulla sua schiena giocando con un batuffolo di gomma più grande di lui. Era così dannatamente carino”.
È tornata a casa quella notte con un vestito nuovo, scarpe nuove e un nuovo cane, Gibson. Fu solo allora che cominciò a preoccuparsi di ciò che il cucciolo potrebbe fare il suo fragile figlio. Jonathan Pitre soffre di una malattia della pelle incurabile, epidermolisi bollosa. Un cucciolo potrebbe arrecare danni reali a lui con morsi e graffi. Ma il cane ha capito da subito la fragilità del suo piccolo proprietario, quindi si lasciava coccolare, leccando le vesciche che si formavano sulla pelle del ragazzino.
“Gibson gli ricorda che cos’è l’amore incondizionato”, dice la mamma di Jonathan, sottolineando come purtroppo il figlio abbia difficoltà anche a trovare delle amicizie a scuola, proprio perché a causa della malattia si assenta spesso o non può frequentare per lunghi periodi. Il 17enne descrive il suo cane come testardo, intelligente, leale e affettuoso. “È così bello dentro: ha così tanto amore per tutti, è incredibile”, conclude.