Un’idea brillante salvifica arriva direttamente dal Giappone. Un nuovo modo, tutto da sperimentare, per salvare la “pelle” agli animali selvatici che attraversano i binari ferroviari.
Potrebbe essere davvero un modello rivoluzionario. Anzi, in Giappone (prima nazione ad inventarlo e sperimentarlo) è già in atto. Stiamo parlando di un sistema sonoro impercettibile all’orecchio umano per salvare gli animali selvatici dai vari e dolorosi (sia fisicamente che emotivamente) impatti coi treni in corsa sui vari binari ferroviari. Un sistema a onde ultrasoniche, sperimentato appunto, come dicevamo poc’anzi, per la prima volta in Giappone.
Basti pensare che in Giappone, nel 2016 (anno record in termini negativi) i treni hanno colpito la fauna selvatica ben 613 volte: un numero elevato e senza precedenti. In passato i tentativi fatti sono stati molteplici, alcuni anche di “cattivo gusto”: si è partiti dalle barriere fisiche con tanto di lampeggianti ad alta luce, fino ad arrivare ai dissuasori biologici a base di sterco di leone. Niente da fare: gli incidenti continuavano ad accadere, giorno dopo giorno, sino ad arrivare all’invenzione di questo splendido sistema salva vite.
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È partito tutto da un video. Come spesso accade in queste occasioni il fattore scatenante l’idea può risiedere in qualcosa di forte, duro, a volte anche crudo. L’inventore del sistema è Yuji Hikita, dipendente della divisione elettrica Kintetsu Railway CO. L’uomo in questione si è “sbizzarrito” dopo aver visto, tramite un video di sorveglianza sulla Osaka Line di Kintetsu, una famiglia di cervi attraversare i binari di notte.
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Uno dei tre cerbiatti, rimasto indietro, è stato colpito e ucciso sul colpo. Una morte amara che, però, ha suscitato la giusta indignazione e voglia di fare. Hikita ha così progettato una sorta di passaggio a livello sonoro invisibile, in grado di indicare agli animali, in particolare ai cervi, quando il passaggio è sicuro, quindi aperto, o pericoloso, quindi chiuso. Un colpo di genio derivato da alcune immagini che lo stesso Hikita non potrà mai dimenticare, ma che ha voluto trasformare in qualcosa di buono. Ora speriamo che il sistema possa essere usato in varie parti del globo, per proteggere, come non mai, tutta la fauna selvatica.
Davide Garritano
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