Una povera cagnolina, gettata nel cassonetto dai proprietari, ha rischiato di finire nel tritarifiuti: sopravvissuta grazie a un salvataggio in extremis, la piccola ha bisogno di una famiglia adottiva.
Gettata nel cassonetto dei rifiuti da chi per anni l’aveva accudita. Caricata dai sistemi automatici sul camion della spazzatura per essere portata in discarica, si è ritrovata nel tritarifiuti. Questa la triste storia di una cagnolina di cinque anni, abbandonata dalla sua famiglia. La povera quattro zampe, dopo la frattura delle ossa della zampa e del bacino a seguito del caricamento sul camion, non riusciva neanche più a guaire per il dolore e la paura. Completamente immobile, attendeva tra cumuli di rifiuti che il suo destino si realizzasse. Poi, inaspettatamente, qualcuno si è accorto di lei.
La vicenda della cagnolina abbandonata è stata raccontata in diversi post condivisi sui social network. In particolare, il rifugio che si è preso cura di lei dopo il fortuito salvataggio, Anime con la Coda, ha postato alcune foto della povera quattro zampe sulla propria pagina Facebook (all’account social @Anime con la Coda – Rifugio di Cavour).
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I fatti si sono svolti a Cavour, un comune della città metropolitana di Torino in Piemonte. Qui, il rifugio della zona, “Anime con la Coda”, un canile dove trovano ricovero e cura cani bisognosi in attesa di famiglia, ha preso in carico la cagnolina salvata dal tritarifiuti di una discarica del Torinese.
In un post che il rifugio “Anime con la Coda” ha condiviso subito dopo il salvataggio è mostrata la foto della cucciola ferita. Nella didascalia che accompagna l’immagine si legge: «Ecco come ti hanno trovata ieri sera gli operatori Acea Pinerolo, buttata in un cassonetto, stavi per venire triturata nel tritarifiuti. Per fortuna ti hanno salvata e ci hanno chiamato subito. Ti abbiamo portata di corsa in clinica, eri in ipotermia e con il bacino fratturato. Ora, quasi ventiquattro ore dopo, la tua situazione si è stabilizzata, non sei più a rischio di morte».
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La cagnolina, alla quale secondo quanto riportato dal rifugio non è stato dato ancora un nome, è rimasta a lungo nel cassonetto della spazzatura, sporca di feci e fanghiglia. Travasata su un camion, è arrivata alla discarica di Pinerolo. Qui, prima che finisse nel tritarifiuti, due operatori dell’Acea si sono accorti della sua presenza, riuscendo a fermare i macchinari in tempo.
Una referente della L.I.D.A (acronimo della Lega Italiana dei Diritti dell’Animale) ha riconosciuto come l’intervento tempestivo degli operatori dell’Acea abbia salvato la vita alla cucciola. La cagnolina è stata portata presso la clinica veterinaria, dove è stata sottoposta a radiografia e subito ricoverata. In stato di ipotermia e con due fratture al bacino, probabili conseguenze del momento in cui è stata caricata sul camion con i sistemi automatici, la cucciola si sta riprendendo.
Una delle persone che si sono interessate al salvataggio della cagnolina, Giulia Mjl, ha definito la vicenda una «storia di ordinaria follia». Nel commentare la foto della cagnolina ferita, la donna ha scritto su Facebook: «Trovata questa cagnolina, a Pinerolo, dagli operatori Acea, mentre stavano smaltendo i rifiuti dal Camion (prima di tritarli). Significa che qualche […] persona, ha gettato questa povera creatura nel cassonetto. Grazie agli operatori Acea è salvo, ed è un clinica sotto tutela della Lida. Che dire? Nulla… Perché le parole mancano e son finite loro nella immondizia insieme alla dignità di quella persona che ha compiuto tale gesto inumano».
E in effetti, si è trattato proprio di un gesto disumano. Per fortuna la cucciola si sta ora riprendendo. La quattro zampe, non provvista di microchip, pesa meno di sei chili e ha circa cinque anni di età. La Clinica Vet24 di Pinerolo, che l’ha curata, fa sapere che la cucciola, le cui condizioni sono adesso stabili, ha un carattere buono e dolce anche se ha perso fiducia negli esseri umani. Per riuscire a superare il trauma dell’abbandono, la piccola avrà bisogno di una famiglia che possa dedicarle tanto affetto e attenzioni. Chiunque sia interessato all’adozione potrà inviare una presentazione scritta su WhatsApp al numero 333.9948100.
Il rifugio che l’ha sta ospitando ha lanciato un appello per rintracciare i proprietari. Così si legge su Facebook: «Dobbiamo condividere il più possibile per arrivare al proprietario, anche se ovviamente non ha il chip. Lei è stata fortunata nella sfortuna, non piangeva nemmeno più, stava aspettando rassegnata di si morire. Se non l’avessero vista sarebbe morta. E chissà quanti hanno fatto questa fine. Quando vi avvicinare ai cassonetti, affinate bene l’udito, specialmente vicino alla campana del vetro … Sì potrebbe salvare una vita». (di Elisabetta Guglielmi)
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