“Il mio gatto vittima di eutanasia nonostante il microchip”

“Il mio gatto vittima di eutanasia nonostante il microchip”

Diddy

La casa di Fleetwood, in Pennsylvania, di Cody Lesher si è sentita particolarmente vuota mercoledì sera dopo che il suo gatto domestico ha subito l’eutanasia in un rifugio per animali. Questo è avvenuto nonostante il gatto avesse un microchip. Il suo proprietario parla di “una situazione davvero sconvolgente e non se lo meritava”. Cody Lesher ha detto che il suo gatto “Diddy”, che ha adottato con la sua ragazza, è scappato da casa sua domenica. Secondo Lesher, Diddy era scappato in passato ma tornava sempre. Ha anche detto che il gatto aveva un microchip che avrebbe permesso a un rifugio di identificarlo.

Un vicino in seguito ha trovato il gatto e lo ha portato alla Animal Rescue League of Berks County. Secondo il rifugio, che ha sede a Birdsboro, in Pennsylvania, due membri del personale hanno cercato di scansionare l’animale per cercare un microchip ma non lo hanno rilevato. Il micio è stato nutrito e vaccinato. Successivamente, un membro del personale ha cercato tra i registri dei gatti persi e i social media per scoprire se il gatto avesse un proprietario. Lo ha chiarito Tom Hubric, il direttore esecutivo provvisorio del rifugio.

Hubric ha anche affermato che Diddy è diventato sempre più aggressivo al punto che i membri del personale non potevano accedere in sicurezza alla sua gabbia per fornire cure adeguate. “Ho davvero difficoltà a crederci”, ha detto Lesher. A causa delle gabbie sovraffollate, non avendo abbastanza membri dello staff, e non essendo in grado di trovare altri rifugi, è arrivata la decisione dell’eutanasia. “È stata una decisione molto difficile e che non ho preso alla leggera”, ha scritto Hubric. Martedì Lesher è arrivato al rifugio e ha scoperto con orrore il corpo del suo amato animale domestico.

Il responsabile del rifugio ha spiegato che solo a una terza scansione, dopo la morte del gatto, è stato trovato il microchip e a quel punto avvertito Cody Lesher. Nella stessa struttura, era già stato soppresso un gatto un mese prima. “Sembra che non stiano prendendo sul serio il loro lavoro”, ha chiosato Lesher.

Il dibattito sull’eutanasia

Il dibattito sull’eutanasia agli animali resta sempre aperto. Particolare attenzione aveva suscitato la vicenda di Hank, un giovane pitbull che negli Stati Uniti era accusato di un crimine che non aveva commesso. Inoltre il cane era stato identificato come “animale pericoloso”. Per tale ragione, si trovava nel braccio della morte e rischiava l’eutanasia. Così è partita una petizione per salvarlo, che ha superato le 350mila firme. Alla fine, il giudice ha dato ‘ragione’ ad Hank, che era tornato libero. Successivamente, il cane è riapparso nella lista degli animali da sottoporre a eutanasia. La notizia è stata data da uno degli avvocati che si è speso in prima linea perché Hank venisse salvato.

GM

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