La storia del gatto Finnegan: una vecchia conoscenza venuta alla luce in tempi non sospetti. Non si reggeva sulle sue zampe. Ora riesce a camminare e giocare grazie a un’altra diagnosi.
Alcune storie, dei nostri amici a quattro zampe, prendono un’altra piega grazie a delle scoperte che possono rendere la vita un percorso migliore, al contrario di quanto si era saputo mesi prima. Come nel caso del gatto Finnegan, sul quale non si riusciva a capire il danno che lo portasse a tanta immobilità fisica.
O meglio: la diagnosi era completamente sbagliata. Per fortuna, però, sulla sua strada ha incontrato qualcuno che ha portato a termine delle altre diagnosi e ha fatto sì che potesse tornare a sorridere, giocare e saltare come tutti gli altri suoi simili. All’inizio era stato anche abbandonato. Ora, invece, non aspetta altro che una famiglia pronto ad accoglierlo. Per il momento compie qualcosa di estremamente simpatico.
Non sempre si può cantare vittoria, perché le cose non vanno come speravamo o come avevano programmato che andassero in futuro. Differente, invece, quando si mettono nella carreggiata giusta, come la storia del gatto Finnegan, che passa un’autentica odissea, ma ne esce a testa alta. Non fa tutto da solo, accanto a lui dei veterinari che capiscono la situazione, in precedenza sbagliata.
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La storia del gatto Finnegan l’avevamo portata alla luce poco tempo fa, quando a metà febbraio si era venuto a conoscenza dei suoi problemi neurologici. Il felino, proprio perché non riusciva a stare sulle sue zampe appena nato, era stato abbandonato e raccolto dalla veterinaria Ellen, che aveva dato lui le prime cure e portato al centro Chris Greffey Memorial Feline Foundation, di Arlington, nello Stato della Virginia.
Qui, il gatto, aveva ricevuto le prime cure, ma col tempo si è capito che i suoi problemi non era dovuti a cause neurologiche o infezioni interne mal curate. Niente di tutto questo. Il quatto zampe aveva un ascesso dietro l’orecchio. Era quella la vera causa dei suoi sintomi.
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A quel punto Finnegan è stato curato a dovere, nutrito tramite un sondino per i primi giorni. Dopodiché ha dato subito le prime risposte, più che confortanti. Ora, a distanza di poche settimane, è tornato a giocare, saltare e rincorrere le pallette. E mentre aspetta una famiglia che gli voglia dare un po’ di pace, si gode le riunioni su Zoom dei suoi angeli custodi.
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