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I rischi di adottare un Gatto del Bengala o simili: l’appello della Protezione Animali

La Protezione Animali ribadisce quali sono i rischi per coloro che scelgono di adottare un Gatto del Bengala o simili esemplari.

Gatto leopardato in esterno (Pixabay Janbarkmann – Amoreaquattrozampe.it)

In un ultimo appello di sensibilizzazione, diramato dall’Ente Nazionali per la Protezione Animali, l’attenzione è stata rivolta al Gatto del Bengala (o gatto leopardato) e a simili esemplari, fra cui – ad esempio – rientrerebbe anche il Gatto Savannah. Al di là della loro indiscussa bellezza e del loro fascino esotico, che avrebbe contribuito – negli ultimi mesi – alla crescita esponenziale della proliferazione di tali felini in Europa, l’adozione di questi esemplari potrebbe non essere esentata da alcuni pericoli che sarebbe bene non dare per scontati.

I rischi di adottare un Gatto del Bengala o simili: l’appello della Protezione Animali

Coppia di gatti del Bengala (Pixabay lshman000 – Amoreaquattrozampe.it)

A fornire dati utili sull’odierna quadruplicazione di gatti del Bengala ci ha pensato la PSA (Protezione svizzera degli Animali), spiegano come: questi ultimi, essendo per metà gatti leopardi asiatici e per metà gatti domestici, non avrebbero – per natura – le medesime necessità dei loro amici da compagnia. E pertanto le associazioni animaliste si sarebbero impegnate per garantire, rendendo più saggia – oltre che più accessibile – non solo la loro adozione, ma anche il loro benessere e quello dei loro rispettivi padroncini.

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Vista la loro indole: adottare un Gatto del Bengala potrebbe non essere così semplice. Scegliere di prendere con sé un esemplare di tal genere, accudendolo in un appartamento, sarebbe difatti il primo passo falso. E non avrebbe a che vedere esclusivamente con la limitazione della loro libertà, rispetto a un comune gatto da compagnia.

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Sull’aspetto predatorio di questi felini le ultime ricerche avrebbero segnalato l’effettiva possibilità che il Gatto del Bengala possa rivelarsi una fonte di conflitti non comuni. Ad esempio: confrontandosi più violentemente con quelle che potrebbe reputarsi banalmente   le sue prede, il Gatto del Bengala sarebbe in grado di provocare dei significativi danni alla fauna del posto in cui si scelga di farlo vivere. Come a volatili di diversa specie o ad altri animali di eguale levatura.

Inoltre, sul versante della convivenza con altri esemplari, il Gatto del Bengala potrebbe rivelarsi un ulteriore preoccupazione qualora riesca a entrare in contatto con altri gatti.

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Dunque, anche se il loro aspetto possa facilmente ingannare – in virtù della loro somiglianza, oltre che distintiva peculiarità del loro manto, con animali più “innocui” – per evitare ripercussioni – come: ferite indesiderate ad altri esemplari, o danni irreversibili alla fauna locale – si invita i futuri padroncini di questi ibridi gatti a tenere ben presente le ultime raccomandazioni pubblicate dalla Protezione Animali.

Giada Ciliberto

Laureata in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione e laureanda in Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media (cinema) presso "La Sapienza" di Roma. La scrittura rappresenta per me un imprescindibile flusso vitale.  Il mio percorso nella Comunicazione inizia con BEJOUR (Become a journalist in Europe) conclusosi nel 2020, presso il Dipartimento CORIS dell'Università La Sapienza e con la successiva collaborazione con alcune riviste on-line. Tra i miei ulteriori interessi ed esperienze rientrano laboratori di scrittura creativa, di teatro, e altre attività legate alla scrittura per immagini.  Sono dell’idea che le creature del mondo animale sappiano ascoltarci anche quando restiamo in silenzio. In ognuna di loro abita un’anima sensibile, per tal ragione tangibile e meritevole di rispetto. Amo osservare e analizzare ciò che mi circonda, viaggiare senza una meta precisa. Credo nel potere anti-anestetico dell’arte e nell’energia potente e costruttiva che deriva dal lavorare a contatto con la natura e con tutte le persone che non hanno mai smesso di dialogare con il loro bambino interiore. 

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