Da Los Angeles, cuore pulsante della California, giunge la storia di Blossom, Bubbles e Buttercup. Si tratta di tre teneri gattini con i quali la vita non è stata affatto tenera. I cuccioli, dall’aspetto tenerissimo, sono nati randagi e hanno dovuto sopravvivere nella strada della grande metropoli americana.
Come se non bastasse sono venuti al mondo tutti e tre affetti da una rara malattia neurologica che ne impedisce il movimento. In condizioni simili sarebbe stato impossibile per loro sopravvivere per più di qualche giorno. La fortuna di Blossom, Bubbles e Buttercup è stata l’essere stati notati dai volontari di ‘Kitten Rescue’, una associazione animalista dedicata esclusivamente all’individuazione ed salvataggio di gatti randagi.
I tre trovatelli hanno anche ricevuto delle sedie a rotelle costruite dai volontari stessi, e sono stati posti in adozione. Si spera che possano trovare presto una famiglia.
Kitten Rescue fa sapere che i tre gattini sono stati recuperati in una scatola abbandonata in strada quando avevano soltanto dieci giorni di vita. All’apparenza sembrava tutto normale, poi dopo pochissimo tempo ci si è accorti che avevano qualcosa che non andava, visto che gli animaletti si muovevano soltanto in maniera bizzarra, con scatti e comunque con una evidente mancanza di coordinazione.
Successive visite veterinarie hanno portato alla luce la patologia che affligge i tre trovatelli: si tratta di Cerebellar Hypoplasia, condizione derivante con tutta probabilità da una panleucopenia contratta quando ancora si trovavano all’interno dell’utero materno.
I volontari di Kitter Rescue però non si sono fermati al semplice accogliere e curare i gattini, ma hanno anche brevettato e messo a punto un prototipo di sedia a rotelle che consente loro di potersi muovere senza eccessive difficoltà. Ne sono state costruite tre, il tutto allo scopo di fornire a Blossom, Bubbles e Buttercup una esistenza normale, nella quale adesso manca soltanto tanto amore che speriamo possano presto ricevere. Ed a proposito di gatti salvati, qui c’è un’altra storia da leggere…