Gli studenti di ingegneria hanno realizzato una protesi per permettere alla gattina di avere di nuovo tutte e quattro le zampette
Di persone meravigliose che fanno cose speciali ne è pieno il mondo. Alcuni di loro, per i nostri amici a quattro zampe sono veri e propri eroi. Li salvano, li curano, li amano, gli trovano un tetto sotto il quale trovare riparo e in momenti di difficoltà trovano le soluzioni più adatte alle loro esigenze.
Come per Olive, gattina dolcissima alla quale mancava una zampetta, e grazie agli studenti di ingegneria dell’Università del Nebraska-Lincoln può di nuovo avere l’arto mancante.
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I professori dell’Università del Nebraska-Lincoln, hanno proposto una sorta di sfida ai propri studenti di ingegneria biologica, ovvero costruire una protesi che avesse determinate caratteristiche. Sfida tutt’altro che semplice in quanto la protesi in questione sarebbe dovuta essere rimovibile, atossica, flessibile e non avrebbe dovuto costare più di cento dollari.
La progettazione è stata diretta Deepak Keshani, istruttore, e Beth Galles, professoressa di medicina veterinaria come assistente. La professoressa Galles ha preso Olive da un rifugio, con l’intenzione iniziale di averla in affidamento solo per la durata del progetto scolastico, ma le cose si sono evolute e non riuscendo più a separarsi da lei ha preso la gattina con se per sempre nella sua famiglia.
La creazione dell’arto è durata per mesi, ma quando si è arrivati alla conclusione, ovvero una protesi di plastica robusta e acido polilattico, Olive aveva di nuovo la sua zampetta. Il prototipo è stampabile grazie ad una stampante in 3D con un minimo costo, ed è un biometrale sintetico ossia che si collega bene con i sistemi biologici, come microorganismi, organismi o tessuti viventi.
“È una gatta meravigliosa” spiega Abby Smith, una delle studentesse della squadra “E’ stata una soldatessa durante tutte le fasi“. Durante lo studio e la realizzazione del prototipo erano sorti però alcuni dubbi riguardo alla risposta di Olive al nuovo arto. Abitudinali per nomea i gatti, non si poteva avere certezza della reazione.
Quindi è stato enorme il conforto quando la micina non ha avuto problemi con la ritrovata gamba. “Quando arriviamo alla fine ed era relativamente funzionale, penso che eravamo tutti abbastanza colpiti da noi stessi e soddisfatti” queste le parole per descrivere le sensazioni provate dalla squadra.
Così il team composto da cinque persone è riuscito a ridare alla gattina tutti i suoi arti e a quanto pare anche una grande e numerosa famiglia che la ama e si prende cura di lei. “Ha finito per essere una gatta dolcissima e siamo stati molto fortunati a
lavorare con lei” racconta ancora Abby Smith “La famiglia della Galles l’ha adottata alla fine perché amava averla a casa loro così tanto“.
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F.D.M
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