Venivano pagate fatture per gatti che in realtà nel rifugio non esistevano, il comune sborsava soldi per i “gatti fantasma”. Indagati più di 5 funzionari.
La Spezia, nella struttura adibita al sostegno di animali, sarebbero meno di venti i gatti presenti. Secondo la procura, la colonia felina non ha mai superato le “venti unità” malgrado fossero state pagate centinaia di fatture per un ammontare di un numero molto superiore di animali.
Le accuse mosse nei confronti di alcuni funzionari sarebbero di truffa ai danni del comune, tra il periodo compreso tra il 2012 e il 2017. 5 anni nei quali sarebbe stata dichiarata la presenza nel rifugio di moltissimi gatti che in realtà non sarebbero mai entrati nella struttura.
Il comune per anni, mese dopo mese saldava fatture di gatti inesistenti. I fatti risalirebbero alla gestione di Animalcoop. Ai tempi l’amministratore era E.Z. e la direttrice V.D.A. due delle persone che in questo momento insieme ad altre 5 sono indagate per truffa.
I gatti risultavano essere molto meno rispetto a quelli dichiarati e per cui venivano saldate le fatture.
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Le accuse sarebbero non solo quella di truffa ai danni del comune ma anche quella di falsa attestazione. Negli ultimi 5 anni anche quando il rifugio risultava far parte di una associazione no-profit si stima che gli esemplari presenti all’interno del rifugio fossero di un numero sempre inferiore a 20, e a una dei cinque indagati sarebbe stato contestata anche la rivelazione di segreti d’ufficio.
Secondo quanto riportato da Il SecoloXIX il comune di La Spezia in 5 anni ha speso ingiustificatamente più di 100mila euro. Solo dal 2014 e il 2016 risulta che una persona abbia percepito una media di 13mila euro al mese.
Nel 2014 sono stati stanziati i fondi per sostenere le spese di circa 123 cani e 54 felini che non sarebbero mai stati presenti nella struttura.
Nel 2015 le spese sostenute dal comune risultavano essere inferiori ai precedenti anni, stimando un media di 11mila euro mensilmente emessi per adempiere alle cure necessarie per gli animali fantasma.
Le ragioni per il quale si ipotizza che il servizio di tutela degli animali non abbia verificato il numero effettivo di animali presenti nel rifugio resta ancora ignoto.
A giustificazione dei fondi stanziati una delle dirigenti della associazione aveva dichiarato che nonostante nella struttura fossero presenti 20 esemplari felini, altri 40 malati e anziani fossero detenuti all’interno di un’abitazione.
Mentre a sostegno della stessa tesi, era stato dichiarato che i 40 animali per i quali venivano pagate le fatture erano felini che facevano parte di una colonia presente nel bosco e che si presentassero al rifugio per le cure e per il cibo solo di notte.
Quando nel 2015 uno degli assessori comunali aveva cercato di ridimensionare le spese, gli uffici del rifugio erano tornati a inserire nei conti la somma precedentemente richiesta asserendo che quei soldi servivano per le cure dei cuccioli che fino a quel momento non erano mai stai pagate.
L.L.
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