La gatta Nina liberata dalle catene, il suo padrone denunciato (VIDEO)

La gatta Nina liberata dalle catene, il suo padrone denunciato (VIDEO)

La gatta Nina ha vissuto la sua intera vita in catene, ora è stata salvata e il suo padrone denunciato per maltrattamento di animali

Gatta Nina tenuta in catene (Screen video)
Gatta Nina tenuta in catene (Screen video)

Sembra strano ma, alcune storie, riescono ancora a stupirci facendoci rendere conto di quanto in basso possa cadere l’essere umano. Non è un obbligo, imposto da chissà chi, prendere con noi un animale, ne tanto meno doverlo accudire.

Se si prende questa decisone, è perché siamo certi di poter portare a termine il compito accettato e soprattutto dobbiamo essere sicuri al 100% di portare rispetto ai nostri amici a quattro zampe. La legge non ci impone di farlo, ma ci punisce, fortunatamente, se vengono trattati male.

Tantissime le storie di maltrattamento, una più triste dell’altra, che ci fanno chiedere di continuo come sia possibile infliggere una tale agonia ad un essere che non ha nessuna colpa, indifeso e che probabilmente con l’unico desiderio di essere solo amato.

Fortunatamente per loro, ci sono degli angeli custodi che lottano ogni giorno per far si che nessun animale viva in certe condizioni.
Uno degli ultimi racconti che fanno stringere il cuore, è quello della gatta Nina, tenute in catene da quando era una cucciola.
Vane le spiegazioni date dal proprietario che è stato denunciato per maltrattamento.

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La gatta Nina in catene da quando era una cucciola

Gatta Nina (Screen Facebook)
Gatta Nina (Screen Facebook)

Un vero e proprio inferno la vita che ha vissuto la gatta Nina fino a quando le Guardie Zoofile dell’Oipa, Organizzazione Internazionale Protezione Animali, non è intervenuta in suo soccorso.

A seguito di una chiamata anonima, la quale segnalava le condizioni dell’animale, le Guardie giunte sul posto, hanno avuto difficoltà a crede a ciò che i loro occhi vedevano. In uno scatolone sudicio, in bilico su una gabbietta in una stanza sporca e piena di cianfrusaglie, appoggiata su un lurido straccio e con una catena al collo che non le permetteva quasi nessun movimento, c’era adagiata la tenera gatta Nina.

Il proprietario ha provato a spiegare che il suo gesto è stato dettato dalla paura che l’animale potesse scappare e rimanere ucciso sotto un’auto, come era capitato in passato per altri suoi felini. Inutile dire che non sono valse a molto le sue parole.
La micina è stata portata dal veterinario per un controllo, che l’ha purtroppo trovata non in forma. Era disidratata, in quanto le sue zampette doloranti non le permettevano di riuscire neanche a poter raggiungere la ciotola dell’acqua per abbeverarsi, e ha un’insufficienza renale.

Vedere un gatto emaciato e sofferente dopo una vita passata legata alla catena toglie il respiro” queste le parole per descrivere l’orrore della situazione nella quale viveva la gatta della coordinatrice delle Guardi Zoofile dell’Oipa di Pordenone.
Il povero animale, di circa dieci anni, era adagiato su uno straccio sporco dentro un vecchio cartone logoro” continua per descrivere le sue condizioni “posto in bilico sopra una cuccia in mezzo ad altri oggetti“. Aggiunge anche di come appena trovata, la gatta risultasse disorientata, non rispondeva agli stimoli, e aveva il pelo pieno di nodi e tutto arruffato.

Insieme a lei, tenuti in pessime condizioni erano presenti anche degli uccellini, e un cane senza microchip. Il proprietario è stato denunciato per maltrattamento e dovrà rispondere delle sue azioni. Il maltrattamento degli animali è un reato, ed è punito dalla legge.

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F.D.M

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