Il cane Gary percorre ben 30 chilometri per tornare indietro dalla sua famiglia: è cieco, ma niente può fermarlo per ritrovare la felicità.
Nella vita può capitare di mettere in atto delle vere e proprio imprese. Niente è scontato all’interno di un percorso di vita stessa. Niente fila lascio come la maggior parte di noi vorrebbe, per vivere, semplicemente, un’esistenza tranquilla. A volte siamo costretti a giocarci l’unica carta che ci è rimasta a disposizione: il coraggio. E non è detto che vada a finire bene.
Anche i nostri amici a quattro zampe non sono esenti dal discorso professato poc’anzi. Loro possono conoscere tanti pericoli quanti ne conosciamo noi, soltanto che, non avendo parole, molto spesso non lo vengono di certo a dire. Dobbiamo essere bravi noi a intercettare il loro momento, del bisogno, dell’affetto o di qualunque altra cosa che contempli un gesto di coraggio, nei confronti di loro stessi e di tutti coloro che sono intorno alla situazione venutasi a creare.
Ma soprattutto: dobbiamo fare del tutto per tenerceli accanto quando ci dimostrano il loro bene con vere e proprie imprese, che definirle titaniche è fare loro un insulto. Ad andare contro tutto e tutti, pur di raggiungere un luogo sereno, lo insegna la storia di Gary, il cane cieco che in Polonia ha percorso 30 chilometri per riprendersi ciò che era stato lui sottratto. Una storia pregna di coraggio, sentimento e voglia di riscatto, più una vita, finalmente, serena.
La strada è solo un percorso. O meglio: un mezzo per arrivare al nostro fine. Ce ne dovremmo accorgere dall’utilizzo, anche se oggi troppo frenetico e inquinante, delle automobili. Usate, come mezzo, per raggiungere un luogo, il nostro fine. E così ogni altro tipo di strada. Un percorso per raggiungere ciò che, forse, ci può permettere di afferrare un briciolo, una mollica, un putino di felicità.
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Questo lo sa ben Gary, un cane cieco, che in terra polacca, tra neve e sentieri tortuosi, è tornato indietro di 30 chilometri per “riabbracciare” la sua vera famiglia. Dopo una vita passata in canile, il cane era stato preso in custodia da un volontario di un’associazione del posto, che condivideva la casa con una famiglia composta da madre, padre e tre figli. Il ragazzo aveva una piccola stanza in affitto, nella quale, i proprietari dell’immobile, avevano accettato, ben volentieri, anche Gary.
I tre figli, soprattutto la più piccola, portavano sempre a spasso il cucciolone. Finché un giorno non è stato dato in affidamento a una famiglia che lo voleva in adozione. È bastato il tragitto di andata. Il cane, appena è sceso dalla macchina, è subito scappato via. Facendo intendere una cosa: “Voglio tornare da quella famiglia”. Lungo la tratta, si è perso nel bosco, a poche centinaia di metri dalla sua ex famiglia. Ma, ironia della sorte, a ritrovarlo è stata propria la bambina.
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Alla fine, grazie anche alla bontà del neo proprietario, il cane è stato preso in casa da questa famiglia che, forse, lo voleva già tenere in passato. È stata solo una questione di tempistiche. Alla fine ci ha pensato Gary stesso a scegliere per una vita serena e tranquilla.
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