Gallipoli: un cigno viene legato ad uno scoglio in mare solo per attirare i turisti, si scatena la polemica
In quel di Gallipoli è accaduta una vicenda alquanto particolare. Un cigno ha scelto deliberatamente di vivere a ridosso del mare. Tale decisione è assolutamente inusuale per questo tipo di animale, dato che di natura dimora in acque dolci.
Fatto sta che il volatile insediato nella suddetta zona è diventato, inconsapevolmente, un’attrazione per i turisti, che si recavano presso la sua postazione per ammirarlo e scattargli alcune foto ricordo.
Poco tempo fa, l’uccello è venuto a mancare ed ha lasciato un vuoto che i cittadini hanno ben pensato di rimpiazzare con un altro cigno. Il motivo? Mantenere viva l’attrazione del luogo.
Gli abitanti si sono così rivolti ad un allevamento di cigni del nord Italia per acquistarne uno alla modica cifra di 1.800 euro. Cifra che è stata reperita mediante una colletta a cui hanno partecipato tutti gli operatori commerciali.
Il cigno viene legato ad uno scoglio, scoppia la polemica
Una volta arrivato in loco, il cigno, a cui è stato dato il nome di Renzo, è stato legato vicino ad uno scoglio con una corda per evitare che scappasse.
Timore lecito, considerando che il povero animale non era lì per sua scelta come nel caso del suo predecessore.
La postazione di Renzo si trova in prossimità di un ristorante Il proprietario della struttura ha deciso di intestarsi la proprietà del cigno.
L’imprenditore sostiene che la corda sia stata una soluzione avallata da una biologa, per permettere all’animale di abituarsi al suo nuovo ambiente e farlo desistere da qualsiasi tentativo di allontanarsi.
Inoltre, al povero volatile sono state tagliate le penne remiganti, pratica purtroppo applicata da chi detiene uccelli in cattività, per scongiurare qualsiasi rischio di fuga.
Tali animali, infatti, senza penne remiganti non possono volare.
Intanto le condizioni dell’animale, i presunti maltrattamenti e tutta la sua storia (riportata anche sulla pagina Facebook Basta delfinari) hanno allarmato molti cittadini e dato seguito ad accese polemiche.
La questione si è scaldata al punto tale da coinvolgere Legambiente e Lipu e portare, infine, all’intervento della forestale.
I carabinieri Forestali, nello specifico, dopo essersi sincerati sulle condizioni di salute del cigno, hanno provveduto al suo sequestro e al suo trasferimento presso il centro faunistico di Calimera.
Se volete conoscere la storia di un altro cigno, che purtroppo ha vissuto una brutta esperienza proprio a causa di una foto, potete leggere anche: Cigno vittima dei selfie.
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Manuela Lucugnano