Una storia davvero surreale (ma neanche tanto) quella dell’asino Galileo: cresciuto assieme a dei cani ora crede di essere uno di loro. Gioca e scherza alla loro maniera, ma a breve seguirà un percorso “riabilitativo”. Dietro questa storia c’è un bel perché.
Oggigiorno veniamo spesso criticati, come intera società, fatta da uomini e donne, di essere poco empatici con colui o colei che ci “siede” vicino. Non ci curiamo più dell’indagine dell’essere, ma solo dei beni materiali, che fanno sparire, di colpo, il nostro lato empatico. Anzi, alcuni, non avendolo proprio di loro, così facendo non riescono proprio a svilupparlo. Ma è per tutti così? Assolutamente no. Basta guardare al mondo animale e le cose cambiano di getto. Soprattutto se c’è una testimonianza diretta, come quella dell’asino chiamato Galileo. Quest’ultimo, per colpa di un orrido abbandono, è stato trasferito, fin da piccolo, in un centro dove vi erano presenti tantissimi cani. Alla fine è diventato uno di loro a tutti gli effetti, imitandoli nel gioco, nello scherzo e nel rapporto con l’essere umano. Una storia che insegna molto, anche nel finale.
Una storia, che può sembrare apparentemente simpatica e che mette di buon umore, può celare qualcosa di più profondo. Come quella dell’asino chiamato Galileo. Quest’ultimo fu trovato abbandonato, fin da piccolo, a Huelva, un comune situato nella comunità autonoma dell’Andalusia.
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Versava in situazioni non proprio ottimali, ma non era in fin di vita. Per questo motivo è stato subito trasportato e accolto al Centro Municipal de Acogida de Animales. In questa struttura sono presente, da sempre, molti cani. E l’asino è rimasto lì dentro per ben nove mesi.
Nell’arco di questo tempo ha socializzato molto con loro, fino a diventare “uno di loro”. A tutti gli effetti. Di fatto, Galileo non si sente più un asino, ma un cane. Gioca, scherza e si rapporta con gli esseri umani proprio come in cani. Una storia che ha destato curiosità, ma anche preoccupazione.
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Come sempre, ci vuole il famoso “terzo occhio”. Se è vero che ora Galileo verrà inserito in un’altra struttura, assieme ad altri asini, per un percorso riabilitativo sulla propria identità, non dobbiamo scordarci una cosa: l’asino ha acquisito i comportamenti dei cani sviluppando una certa empatia nei loro confronti.
Qualcosa di spontaneo, che è nell’anima degli asini. Forse non si dovrebbe parlare di percorso riabilitativo, ma si dovrebbe lasciare l’asino tra gli asini senza troppe pretese, per vedere cosa riuscirebbe a fare. Questo animale potrebbe celare degli aspetti molto più interessanti di quanto pensiamo. Lasciar seguire la propria natura non è mai una cosa malvagia da compiere, anzi, a volte può dare vita a vere e proprie Meraviglie Filosofiche.
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