Era solito nascondersi agli sguardi dei clienti del negozio e per tale ragione un pappagallo si è trovato un trasportino nella gabbia: una doppia protezione da parte dei titolari di un negozio di animali, che però non era piaciuta all’Enpa (Ente nazionale protezione animali), la quale aveva denunciato i due soci dell’esercizio commerciale per maltrattamento.
Secondo l’Enpa, infatti, quella tana ‘particolare’ avrebbe causato un trauma psichico al povero pappagallo. Era scattata così la denuncia e in primo grado i giudici avevano dato, almeno in parte, ragione agli animalisti, difesi dall’avvocato Gian Maria Nicastro, condannando i negozianti a una sanzione pecunaria.
Nei giorni scorsi, era arrivata la sentenza d’Appello: i due sono stati assolti nel merito, ma in ogni caso il reato sarebbe caduto in prescrizione. La vicenda risale infatti a sette anni fa ed è collegata a un’inchiesta coordinata del pm Antonio Rinaudo sul traffico di cuccioli provenienti dall’Europa dell’Est verso l’Italia.
Nelle scorse ore, era emersa la vicenda di un uomo che aveva mutilato dei pappagallini utilizzandoli per dare in strada a Napoli dei numeri da giocare al lotto facendosi dare in cambio qualche spicciolo. Una cosa del genere era già avvenuta durante lo scorso mese di gennaio, suscitando sdegno per l’utilizzo così improvvido di poveri animali indifesi. Si tratta di una forma di intrattenimento volta ad un misero guadagno che come compromesso comporta la salute dei volatili utilizzati.
Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha denunciato questi episodi, sottolineando: “Il 1° settembre 2016, in via Toledo, l’uomo fu denunciato per maltrattamento di animali dalla polizia municipale di Napoli dell’Avvocata, guidati dal comandante Luigi Ascione, mentre il pappagallino che aveva mutilato fu portato nell’ospedale veterinario dell’Asl Napoli 1. È la prima condanna inflitta dalla giustizia su questo tipo di sfruttamento e maltrattamento agli animali ed è anche la conseguenza di ‘Wanted’, la campagna di sensibilizzazione che abbiamo avviato con Lipu, ma soprattutto dell’impegno della polizia municipale di Napoli nella repressione di violenze di questo tipo”.
Conclude Borrelli: “La sentenza del Tribunale di Napoli costituisce un importante precedente giurisprudenziale al quale auspichiamo che si possano poi uniformare in futuro i giudici che dovranno sentenziare sugli altri denunciati nei prossimi mesi, visto che, negli ultimi anni, ci sono stati oltre 20 sequestri”.
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