Paese che vai usanza che trovi. In tema di crudeltà sugli animali, pare proprio che ogni paese si tramandi delle abitudini piuttosto sconcertanti: dai cani uccisi con il machete nei paesi asiatici a quelli strangolati con il laccio per i cinghiali o fucilati nel Belpaese fino a strani e forse non casuali fatti in Francia in cui sono stati trovati cani sepolti vivi nelle campagne e nei boschi.
Infatti, ci sono stati diversi casi che hanno fatto clamore in Francia e hanno superato i confini a partire dal dogue de bordeaux di 12 anni, trovato nell’agosto del 2015.
Lo scorso 11 dicembre 2016 invece a Turquant, nel dipartimento di Maine-et-Loire, un escursionista si è imbattuto in un povero cane da caccia sepolto vivo. L’uomo aveva sentito dei lamenti in un terreno non recintato, individuando il povero cane che qualcuno aveva non solo messo sotto terra ma, per non destare attenzione, aveva ricoperta la terra smossa, con dei tronchi di legno e una lamiera.
Il cane, un bretone, è stato immediatamente tirato fuori dalla buca e ricoverato d’urgenza in clinica veterinaria per una grave ipotermia. Purtroppo, a distanza di due giorni, il Aslan non ce l’ha fatta ed è stato soppresso. Le indagini hanno portato ad individuare il proprietario del cane di nome Aslan, un uomo di 44 anni che ha confessato tutto quanto. L’uomo si sarebbe giustificato, affermando che il cane era morto quando lo aveva seppellito. In realtà, con molte probabilità, essendo anziano e non più utile, l’uomo si è voluto sbarazzare di Aslan, uccidendolo in quel modo crudele, senza testimoni.
Il proprietario è stato denunciato per crudeltà verso gli animali domestici e rischia una pena che arriva fino a due anni di carcere e una multa di 30mila euro, mentre gli altri esemplari di sua proprietà sono stati sequestrati.
La morte di Aslan è ancora al centro dell’attenzione e lo scorso 15 gennaio si è svolto un corteo nella piccola cittadina vicino ad Angers con un centinaio di manifestanti che hanno voluto ricordare la morte del cane, chiedendo il massimo della pena per cui è anche stata lanciata una raccolta firme: Justice pour Aslan: enterré vivant.
La storia di Aslan ricorda quella ancora più crudele che si è verificata nel Regno Unito dove degli individui hanno barbaramente torturato un povero cane, sparandogli dei chiodi nel cranio e seppellendolo vivo. Crudeltà alle quali non potremmo mai rassegnarci!